Crimi frena sull’alleanza con il Pd. E la base grillina si spacca
Regionali in Liguria Si vota a maggio e non c’è ancora un candidato. Crucioli: «Siamo fuori tempo massimo»
Regionali in Liguria Si vota a maggio e non c’è ancora un candidato. Crucioli: «Siamo fuori tempo massimo»
Il reggente del Movimento 5 Stelle Vito Crimi ha deciso di procrastinare la consultazione degli iscritti alla piattaforma Rousseau su un possibile «patto civico» col Partito democratico per le elezioni regionali del prossimo mese di maggio in Liguria. Il ricorso al voto online era stato proposto da 6 parlamentari liguri del M5S su 8 e da 2 consiglieri regionali su 4. Ma Crimi, appunto, ha prima convocato deputati e senatori della Liguria alla presenza del responsabile del Movimento per le campagne elettorali Danilo Toninelli e dei consiglieri regionali. Poi ha deciso di non accelerare i tempi, sfidando la maggioranza degli eletti.
«È chiaro a tutti che siamo fuori tempo massimo, ogni ritardo ulteriore rischia di compromettere qualsiasi progetto comune e regala ulteriore vantaggio a un centrodestra già in campagna elettorale» dice infuriato il senatore Mattia Crucioli. La grande parte dei parlamentari liguri è favorevole all’accordo con il Pd, come una buona fetta della base e, pare, una parte consistente dei cinque consiglieri comunali grillini di Genova.
Solo qualche giorno fa circa 400 votanti sulla piattaforma Rousseau hanno scelto la consigliera regionale Alice Salvatore – contraria alle alleanze – come futura candidata presidente della Liguria. Difficile che scelga di fare un passo indietro per far posto a un altro candidato presidente che tra l’altro ci sarebbe già: il giornalista Ferruccio Sansa. Salvatore qualche giorno fa ha disertato un incontro pubblico sulla sanità cui avrebbe dovuto partecipare insieme alle altre forze che in regione sono all’opposizione del centrodestra, parlando esplicitamente di «problemi politici». I suoi detrattori la accusano di preferire una corsa da perdente alla presidenza ma con il posto da consigliera regionale garantito piuttosto che la sperimentazione di altre strade. La differenza potrebbe farla il genovese Beppe Grillo, che questa volta pare essere incline all’accordo col Pd anche se ieri è tornato a farsi sentire con un post sul suo blog dedicato al superamento della democrazia rappresentativa (il suggerimento è di unire democrazia diretta e democrazia «casuale»: «Perché votare? Perché non lasciare la parola ai cittadini, scelti a caso?»).
La questione ligure si riverbera sulla discussione nazionale sull’identità futura del Movimento 5 Stelle. «Dopo 10 anni di attività il M5S paga il prezzo del suo isolamento non governando alcuna regione e amministrando appena 46 comuni su 7904» commenta il deputato campano Luigi Gallo con un occhio proprio alla sua regione, dove invece il patto col centrosinistra si potrebbe fare con la candidatura del ministro dell’ambiente Sergio Costa solo superando le fortissime resistenze dei pentastellati campani vicini all’ex capo politico Luigi Di Maio.
«Noi insistiamo, non facciamo un regalo a Toti. Ai 5 stelle diciamo, patto civico, scegliamo insieme un candidato espressione della Liguria migliore», dice invece il vicesegretario del Pd Andrea Orlando che sembra concedere qualche giorno di tempo, nonostante i dem avessero lanciato un ultimatum al M5S per forzare i tempi e sciogliere le riserve.
«Qui da noi il Pd ha sempre rappresentato la forma più esplicita di un potere, stimo Sansa ma ho sempre chiesto che il Pd azzerasse tutto. Stimo Sansa, ma il rischio è che sia un accordo tra due gruppi di potere, in quel caso sarebbe una fusione impropria. E la gente lo capirebbe», riflette Paolo Putti, consigliere comunale genovese fuoriuscito dal M5S che di «patti civici» qualcosa ne sa: già alle scorse elezioni regionali, prima di andarsene dai 5 Stelle in dissenso con le decisioni che considerava calate dall’alto, aveva proposto a Grillo di creare un laboratorio civico col centrosinistra.
Il prossimo passaggio dovrebbe avvenire proprio a Genova, in un incontro per fare il punto della situazione. Per domenica prossima è prevista una «assemblea aperta» con eletti e attivisti liguri. «Lì ci confronteremo tutti insieme su come continuare questo percorso e con quali proposte, senza fughe in avanti o individualismi», recita una nota diffusa in serata a nome di tutti i parlamentari liguri, quasi a voler raffreddare le tensioni interne.
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