Creazioni «in movimento» dal voodoo ai vhs di Blockbuster
Harmony Korine I quadri e le mostre del regista, che si muove da sempre con totale naturalezza tra diversi mezzi espressivi
Harmony Korine I quadri e le mostre del regista, che si muove da sempre con totale naturalezza tra diversi mezzi espressivi
Il bambino che poteva volare, da un racconto brevissimo che Harmony Korine ha scritto nel ’92, è il titolo del saggio introduttivo al catalogo della mostra che il Centre Pompidou ha dedicato nel 2017 al regista. Come Avi, il bimbo «con la pelle di nuvola», «puro» che «scopre di poter galleggiare nell’aria», Korine si muove da sempre con totale naturalezza tra diversi mezzi espressivi -film, quadri, fotografia, poesie, spot pubblicitari, videomusic, fanzine, persino un romanzo (definito da lui) sperimentale.
AFFETTA L’ARIA di chi non prende nulla sul serio (The Beach Bum, in quel senso, è un manifesto. Non dimentichiamo che l’enfant terrible di Kids e Gummo oggi ha 46 anni) ma probabilmente non è vero. Anzi, la qualità onnivora della sua produzione sembra il frutto di un bisogno di fare quasi fisico, di creare in movimento, come a bordo del suo mezzo di trasporto favorito, lo skateboard. In quel senso, non stupisce che oggi l’attività che lo impegna di più siano i quadri.
La retrospettiva parigina, ripresa in parte l’autunno scorso dalla galleria newyorkese che rappresenta Korine, Larry Gagosian, suggeriva che i quadri di Korine sono legati al suo cinema e allo stesso tempo un mondo a parte: alcuni intimamente connessi ai film (come le serie influenzate dalla cultura di strada e da quella degli skateboarders); altri completamente astratti, grandi tele in cui si ripetono all’infinito dei motivi geometrici (la serie Shooters, del 2014, o quella ancor più psichedelica, Fazors, del 2016). Un intero ciclo (2018) è dedicato alla defunta catena di videostore Blockbuster e qui Korine crea quadri tridimensionali usando come base dei dipinti vecchie scatole di Vhs e le stesse cassette su cui sovraimpone strane figure fantasmatiche, come dei babau neri o bianchi, che evocano creature fantastiche ma anche immagini del voodoo tra New Orleans e i Caraibi.
Coloratissimi (la gamma cromatica è la stessa dei suoi ultimi due film) e figurativi quelli dell’ultimo periodo – barche rosse che si specchiano nell’acqua azzurrissima, bianchi cortili con piscine alla Hockney nascoste tra le palme.
Anche qui, creature fantastiche si materializzano come dall’aria, pennellate di colore da cui fanno capolino occhi rotondi – un po’ gioco un po’ minaccia. La prossima mostra di Harmony Korine, Young Twitchy apre il 14 marzo a New York.
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