Costarelli (Anp-Lazio): «Insostenibile rientrare durante il picco»
Intervista La dirigente scolastica del liceo romano Newton guida l'Associazione nazionale presidi-Lazio
Intervista La dirigente scolastica del liceo romano Newton guida l'Associazione nazionale presidi-Lazio
Cristina Costarelli guida l’Associazione nazionale presidi-Lazio ed è dirigente scolastica del liceo romano Newton.
Nel Lazio avete stimato il 60% di classi in didattica mista, la più complicata, ma per il ministro sono il 12%. Avete esagerato?
La nostra stima non è un dato oggettivo, ma di percezione. Il ministro ne porta un altro. Chiediamo da tempo di vedere da quale dato numerico rileva le percentuali. A noi risulta un trend più alto. Non è una guerra di cifre, ma serve trasparenza.
Al Newton com’è stato il rientro?
Secondo le previsioni, purtroppo. La gestione è ai limiti dell’insostenibile e la didattica inefficace. C’è un’assoluta difficoltà a eseguire i protocolli delle Asl che derivano dalla circolare dei ministeri Salute e Istruzione dell’8 gennaio: il provvedimento è troppo articolato. Un esempio, la secondaria con tre positivi va in Dad. Comincia il primo, poi il secondo, poi il terzo. In poche ore dobbiamo dare tre indicazioni diverse. Altro esempio, nella scuola primaria il tampone T0 va fatto il giorno della positività ma non si trova prima di 48-72 ore. I risultati arrivano alla spicciolata. Intanto gli alunni stanno un po’ in presenza, un po’ a distanza. E la didattica non funziona.
Dietro la cattedra come va?
Registriamo numerose assenze, giustificate. Non si trovano abbastanza supplenti per coprirle. Spesso si deve ridurre l’orario di lezione in presenza.
Le mascherine ffp2 ci sono?
Non si è visto nessun tipo di mascherina. Pare stiano arrivando quelle per gli insegnanti che lavorano con alunni che non le indossano, nelle scuole dell’infanzia o per disabilità. Ma nel Lazio ancora nulla. Il problema con le ffp2 è che ora ne servono 4/500 al giorno per istituto, perché devono usarle le classi dove c’è un positivo ma rimangono in presenza.
Gli impianti di ventilazione meccanica potrebbero funzionare?
C’è una normativa che fa ricadere l’impiantistica nelle competenze degli enti locali. Alcune scuole li hanno presi, molte no. In base all’autonomia nell’utilizzo dei fondi per l’emergenza. Nel mio liceo ho dovuto ampliare le aule e non ho potuto migliorare l’areazione. Comunque i problemi sono diversi: scelta degli impianti più efficaci in assenza di linee guida nazionali; ricadute sul sistema elettrico; manutenzione futura. Non sono competenze delle scuole. Se il governo volesse fare un discorso serio assegnerebbe i fondi agli enti locali affinché installino la ventilazione meccanica in tutte le scuole.
Alla fine era meglio la Dad?
La scuola deve essere in presenza, non ci sono dubbi. Ma sarebbero state meglio due-tre settimane di Dad per superare il picco di contagi, che è ingestibile dal punto di vista organizzativo e inefficace da quello didattico. Le scuole vanno avanti grazie agli sforzi dei docenti e a quelli dei dirigenti scolastici che stanno dietro alla questione Covid-19 sette giorni su sette, senza sabati o domeniche.
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