Così la scuola ha vinto tre volte
Bologna Il referendum ha rilanciato l’articolo 33 della Costituzione, "senza oneri per lo stato"
Bologna Il referendum ha rilanciato l’articolo 33 della Costituzione, "senza oneri per lo stato"
La vittoria conseguita dal comitato referendario della città di Bologna è netta. Il 59% dei votanti contro il 37%, scegliendo l’opzione A, ha detto «no» al finanziamento del comune alle scuole dell’Infanzia private paritarie.
È un risultato di grandissima portata almeno per 3 ragioni:
- la prima è di ordine politico. La discesa in campo di uno schieramento che riuniva Pd, Pdl, Lega Nord, chiesa cattolica, animato dal sindaco e addirittura dall’ ex presidente del consiglio, il bolognese Romano Prodi, non ha commosso la città, né sotto il profilo della chiamata al voto, né sotto quello della scelta «obbediente» dell’opzione B. Bologna ha rivendicato la sua tradizione di città democratica, impegnata nel sociale. Questa volta a fianco di quei genitori che semplicemente chiedevano ciò che la Costituzione ha loro garantito: una scuola pubblica per i loro bambini e bambine;
- la seconda ragione è l’incoraggiamento a noi tutti a non abbandonare la lotta, anche quando da Davide si tratta si affrontare un Golia, un Golia che oggi è rappresentato dall’indifferenza, dalla rassegnazione, da un’opinione pubblica trascinata verso chi è decretato «vincente» dai più diffusi mezzi di informazione. Il comitato referendario «Articolo 33» ci ha dimostrato che con l’intelligenza, la tenacia, la certezza di combattere per «la cosa giusta» si può sconfiggere Golia.
- ultima ragione, ma per noi la più importante, è la conferma di quel «senza oneri per lo stato» voluto dall’Assemblea Costituente in quell’aprile del 1947. Certo, neppure una vittoria dell’opzione B avrebbe potuto scalfire il dettato costituzionale ma importantissima è stata la sua riconferma popolare. Significa che si è riconosciuto ancora una volta che la Scuola dell’Infanzia è «scuola» e non «servizio» e come tale deve essere finanziata senza concessioni a un sistema integrato che ne nega il pluralismo.
Quando diciamo «Bologna riguarda l’Italia» intendiamo dirci disponibili a sostenere un fronte su tutte le analoghe situazioni che colpiscono i genitori nei diversi territori, affinché il dettato costituzionale venga finalmente rispettato, e la legge 62/2000 istitutiva del sistema nazionale integrato venga finalmente denunciata per ciò che rappresenta: un attacco all’articolo 33 della Costituzione.
Alle associazioni, agli amici ai compagni e alle compagne di Bologna va il più vivo ringraziamento e la solidarietà dell’associazione nazionale «Per la Scuola della Repubblica».
* Comitato «Per la scuola della Repubblica» onlus
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