Il 12 febbraio 1953 Eugenio Montale recensisce sul Corriere della Sera il Quaderno proibito di Alba de Céspedes, pubblicato nel dicembre del ’52 come libro inaugurale (o augurale, in senso latino) della collana «Grandi narratori italiani» di Mondadori. Il giudizio è, come al solito, a doppio binario: il poeta vi ravvisa infatti «vistose reliquie» dell’«ideologia positivistico-naturalistica», eppure è attratto dall’«acuta, chiara, signorile intelligenza dell’autrice». Montale le fa una carezza quando con un arguto sottinteso nota: «La signora De Céspedes, che scrive bene, ha tutto il fascino degli scrittori che scrivono male: e questa è forse la sua involontaria scoperta». L’illustre...