Registrazioni di chiamate, spezzoni, sigle d’archivio, e-mail, messaggi in segreteria, monconi di video, biglietti, plichi arrotolati, vecchie carte topografiche, e soprattutto lettere: «lettere molto personali che vengono fuori dalla lontananza». Lettere «provocatorie, imbarazzanti», che lottano, vanno in competizione con l’inerzia di tutta quella materia incoerente, accatastata, fatta di cose un po’ ricordate, un po’ risistemate o nascoste, un po’ scordate. Molte cose, molta materia: tutto un secolo visto a ritroso, come da un cannocchiale rovesciato, con l’occhio di una diciottenne, Nurit, che vuole rimettere a posto i pezzi del proprio essere al mondo – scoprire, cioè, qualcosa sul proprio padre...