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Cosa sono i diritti universali

Qualche giorno fa era l’ottantesimo anniversario della dichiarazione dei diritti universali dell’uomo. Mi spiegate di cosa si tratta? «Allioera, il fatto è che l’uomo ha sempre fatto dei bisticci, cioè […]

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 31 gennaio 2019

Qualche giorno fa era l’ottantesimo anniversario della dichiarazione dei diritti universali dell’uomo. Mi spiegate di cosa si tratta? «Allioera, il fatto è che l’uomo ha sempre fatto dei bisticci, cioè delle guerre. Le guerre si fanno per due motivi, di solito. Un motivo è quando due bambini vogliono tutti e due la stessa cosa perché dicono che è loro, non dell’altro bambino. Due bambini oppure due popoli. Allora fanno la guerra per fare…. Per avere loro quella cosa lì…».

«E l’altro motivo della guerra?». «L’altro fatto per cui gli uomini fanno la guerra, per me, è perché alcuni uomini si credono migliori degli altri e dicono che gli altrui sono peggiori. Cioè, alcuni dicono che loro sono più belli, più bravi, più intelligenti, più tutto…. Allora… Allora loro vogliono comandare sugli altri che dicono che sono più stupidi». «Ma cosa c’entra questo con la dichiarazione dei diritti dell’Uomo?». «C’entra. Perché la dichiarazione dice che gli uomini del mondo, di tutto il mondo, da quelli africani agli eschimesi, sono tutti diversi ma sono tutti uguali in dignità, infatti questo è l’articolo uno». «Uguali in dignità vuol dire che poi sono tutti uguali in importanza, come importanza. Cioè non c’è uno che conta di più, che è migliore, che può avere di più».

Mi dite cosa vuol dire diritti? «I diritti sono delle cose che hai». «Sono delle possibilità, per me». «Un diritto è una cosa che tu puoi fare e nessuno può dirti di non farlo perché è un diritto, un tuo diritto». «Per me un diritto è una cosa bella, non è una cosa brutta». «Bere, per esempio. Quando hai sete. Bere è un diritto». «Anche quando non hai sete. E’ sempre un diritto».

«Ma se non hai sete cosa bevi a fare?» . «Non importa. Non bevi. Ma sai che se vuoi, se ti viene sete, tu puoi sempre bere. Un diritto è una cosa che puoi fare. WE’m una possibilità. Anche se non la fai». «Vivere è un diritto per tutti gli uomini e anche per tutti gli animali e le piante che sono nati».

«Anche votare è un diritto. Sia gli uomini sia le donne possono votare». «Per me i diritti sono delle specie di regole che tu puoi seguire o nonm seguire, ma è meglio che tu li segui, i tuoi diritti». «Un diritto è andare a scuola, per un bambino. Ma anche per un grande».

«Ci sono dei diritti per gli adulti e dei diritti per i ragazzi e per i bambini. Ma sono tutti gli stessi diritti, un po’. Perché poi i bambini e i ragazzi sono degli uomini e delle donne da piccoli». «Un diritto dei bambini è andare a scuola e imparare tante cose e anche divertirsi». «Per me i diritti sono delle cose belle».

«Per me i diritti sono delle cose che tu puoi fare anche se non ci pensi di farle perché non ci hai mai pensato, magari. O perché pensi che tu non saresti capace di farla, quella cosa lì. O perché pensi i che tu non la puoui farem, quella cosa lì. O perché pensi che c’è qualcuno che ti vieta di farla, quella cosa lì. Invece puoi farla benissimo». «Poi se non fai subito bene i tuoi diritti, dopo qualcuno c’è senz’altro che ti insegna a farli bene. A farli meglio. Perché sono i tuoi diritti».

«I diritti non sono come una cosa che tu dici non sono cose storte, sono cose dritte, diritte. Quella mi sembra che è un’altra cosa. I diritti non sono il contrario delle cose storte, ma magari delle cose sbagliate». «Una linea diritta è senza curva. Ma non c’entra con questi diritti». «Per me i diritti di cui stiamo parlando noi non sono, adesso, una cosa di geometria, di figure geometriche, ma una cosa di italiano, di educazione, di comportamento».

«Per me siamo tutti pieni di diritti però non sappiamo bene quali sono». «Perché i bambini devono imparare i loro diritti a scuola. Ma devono insegnarglieli, ai bambini. Devono essere i genitori e anche le maestre e i maestri che insegnano ai ragazzi i diritti che hanno, così dopo, loro, che poi siamo noi, sappiamo tutti i nostri diritti e anche quelli che non sono i nostri diritti e insomma, dopo sappiamo tutto.

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