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Cortei, ecco le nuove regole del Viminale per le forze dell’ordine

Cortei, ecco le nuove regole del Viminale per le forze dell’ordineAngelino Alfano

Ordine pubblico Oggi la Camera archivia il caso Alfano: Pd, Ncd e Forza Italia contro la mozione di sfiducia

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 5 novembre 2014

Evitare il contatto fisico e quando è inevitabile evitare di colpire parti vitali del corpo. Arrivano le nuove regole di ingaggio per le forze dell’ordine in servizio nei cortei, ma anche nei servizi di rimpatrio degli immigrati e nelle procedure di arresto. Norme che, almeno in alcuni casi, dovrebbero essere scontate, ma che purtroppo spesso vengono disattese come dimostrano anche gli scontri del 29 ottobre scorso con gli operai delle acciaierie di Terni.
Le nuove regole verranno presentate domani ai sindacati di categoria al ministero degli Interni e si pongono l’obiettivo di «tutelare l’incolumità dei cittadini ma anche degli agenti chiamati a gestire la sicurezza». Oggi pomeriggio invece, alla Camera verrà discussa la mozione di sfiducia presentata da Sel, M5S e Lega Nord contro il ministro degli Interni Angelino Alfano proprio in seguito agli scontri con le tute blu di Terni. Mozione destinata a finire in un nulla di fatto visto che oltre a Pd e Ncd, anche Forza Italia ieri ha annunciato che voterà contro la sfiducia.
Le nuove disposizioni sono contenute in un testo composto da 15 schede operative, ognuna delle quali dedicata a uno specifico settore, con istruzioni specifiche «sull’uso legittimo della forza e dei mezzi di coazione fisica». Si va dalle tecniche di ammanettamento all’impiego dello spray al peperoncino, dalle fasce in velcro da utilizzare per limitare i movimenti di soggetti particolarmente aggressivi al «bodycuff» che può essere impiegato nell’esecuzione dei rimpatri forzati, e allo «sfollagente» strumento, è spiegato, che non deve mai essere considerato «mezzo punitivo». Ma su tutte le regole, ne prevale una: il contatto fisico deve essere «l’extrema ratio» e solo dopo che ogni tentativo di mediazione e dialogo con i manifestanti si sarà esaurito negativamente.
Cinque i principi generali che le forze dell’ordine devono osservare nell’utilizzare manette, manganelli, spray al peperoncino o altri strumenti. Il primo è, appunto, che «l’uso della forza deve essere sempre proporzionato al grado di resistenza o violenza esercitate dal soggetto e deve cessare non appena lo stesso abbia desistito e sia stato adeguatamente contenuto in posizione tale da non nuocere». Il Dipartimento afferma inoltre che «è vietata ogni forma di accanimento» e che «non devono essere inferti colpi sul viso o in parti vitali del corpo e non deve essere compromessa o minacciata la possibilità dell’interessato di respirare». Chi viene bloccato a terra a faccia in giù, inoltre, deve rimanere in quella posizione il «tempo strettamente necessario», disposizione questa che si spera possa evitare ilripetersi di casi come quelli di Federico Aldrovandi e Riccardo Magherini. Così come l’ultimo principio. «In caso di soggetti in stato di alterazione fisica o vulnerabili – si legge – l’approccio deve essere maggiormente caratterizzato dalla gradualità dell’intervento privilegiando, ove possibile, principalmente un azione di dialogo o persuasione». Per quanto riguarda l’utilizzo del manganello da parte degli agenti, nelle nuove regole si sottolinea che «non deve essere considerato come un mezzo punitivo, deve essere impiegato con decisione e mai con brutalità» e deve essere utilizzato indirizzando i colpi «mai al capo, al volto e a tutte le parti vitali del corpo». In ogni caso, l’azione «deve cessare immediatamente non appena viene raggiunta la finalità perseguita». Infine, lo sfollagente non deve essere usato contro «persone inermi che abbiano desistito dalla propria azione violenta» o «siano in posizione tale da non nuocere e non realizzino alcuna forma di resistenza».
Sono destinate intanto a chiudersi oggi con la discussione della mozione di sfiducia nei confronti del ministro Alfano, le polemiche sulle violenze compiute dalla polizia contro gli operai dell’Ast di Terni. Il deputato del Pd Antonio Boccuzzi, ex operaio Thissen, ha annunciato che uscirà dall’aula al momento del voto se Alfano non fornirà elementi nuovi rispetto a quanto già dichiarato al parlamento. Il suo sarà però un gesto isolato. Pd, Ncd e Forza Italia voteranno infatti contro la mozione di sfiducia mettendo così la parola fine al caso.

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