Apre il 5 marzo alla Città della Scienza di Napoli «Corporea», il primo museo interattivo in Europa interamente dedicato al corpo umano.
L’impostazione del nuovo museo è decisamente innovativa. Innanzitutto, presenta il corpo umano come un sistema complesso, secondo le scoperte più recenti della biologia e della medicina. Inoltre, fa uso delle metodologie di divulgazione più moderne e coinvolgenti, pensate soprattutto per i «nativi digitali».

SOLO POCHI ANNI FA, un museo di questo tipo sarebbe stato pieno di «tasselli fondamentali»: organi, cellule, geni come unità autonome da comprendere e curare. L’idea del corpo che ci si fa dopo aver visitato le quattordici isole tematiche di «Corporea» è invece quella di una rete.
Gli organi e i tessuti sono presentati insieme al loro sofisticato sistema di collegamento attraverso cui viaggiano i segnali chimici ed elettrici che ne coordinano il funzionamento. È un’immagine aggiornata alle scoperte recenti sul corpo umano: con ritmo quotidiano, le ricerche in biologia, chimica e medicina mostrano che le unità fondamentali dell’organismo si capiscono solo alla luce della loro interazione. Ed è uno dei motivi per cui è così difficile trovare terapie efficaci per malattie genetiche e tumori.

IL VISITATORE ESPLORA dunque i sistemi, dal sistema cardiocircolatorio a quello nervoso, con strategie di comunicazione diverse per ogni «isola». Si viene «miniaturizzati» per viaggiare in 4D insieme al sangue tra vene e arterie, o analizzati da una termocamera per ammirare in diretta il sistema di termoregolazione che ci mantiene a 37 °C. I meccanismi della percezione sensoriale vengono messi alla prova da tunnel rotanti, aree in cui la visione è offuscata artificialmente o letti da fachiro dove familiarizzare con un segnale fondamentale, il dolore.
Chi vorrà approfondire la difesa dalle malattie, dovrà partecipare a un video-game multiplayer, in cui difendere la città-corpo dall’assedio degli agenti patogeni. Si sa poco, invece, dell’isola dedicata al sistema riproduttivo. Ma c’è un motivo: gran parte di essa è riservata ai minori di undici anni e ai maggiori di sedici perché l’educazione sessuale, per non risolversi in lezioncine pedanti, necessita di luoghi e linguaggi specifici.
Tra un’isola e l’altra, le aree di riposo ospitano giochi e laboratori con stampanti 3D al sequenziamento del Dna, dove scoprire da vicino il lavoro dei ricercatori.