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Cordoglio a sinistra. Schlein: «Si chiude un’epoca». Prodi: tra noi mai inimicizia

Cordoglio a sinistra. Schlein: «Si chiude un’epoca». Prodi: tra noi mai inimiciziaBerlusconi e Prodi – LaPresse

Silvio Berlusconi L’elogio di Renzi: un fuoriclasse. Granato (Pap): disprezzava la democrazia

Pubblicato più di un anno faEdizione del 13 giugno 2023

Silvio Berlusconi è stato, per oltre vent’anni, il tormento della sinistra italiana. Fatta eccezione per Romano Prodi, che lo ha battuto due volte nelle urne, il leader di Forza Italia ha sconfitto tutti gli avversari del centrosinistra, da Occhetto nel 1994 a D’Alema (regionali 2000), da Rutelli 2001 a Veltroni nel 2008.

E ieri tutti i protagonisti di quelle battaglie, e anche i loro successori, hanno speso parole di cordoglio. Per lo più improntate al fair play verso quel Cavaliere contro cui hanno duramente combattuto. «Ha esercitato una grande influenza nella vita del nostro paese. Nel nostro lungo confronto politico abbiamo rappresentato mondi diversi e contrapposti, ma la nostra rivalità non è mai trascesa in sentimenti di inimicizia sul piano personale, mantenendo il confronto in un ambito di reciproco rispetto. Ho apprezzato il suo sostegno alla causa europeista, soprattutto perché confermato e ribadito in un periodo in cui il nostro comune destino europeo era messo duramente sotto accusa», dice Romano Prodi.

D’Alema ricorda di averlo «contrastato duramente sul piano della politica. È indiscutibile il contributo che ha dato alla edificazione di un nuovo sistema e alla creazione di una destra legata al sistema democratico europeo. Rimane il ricordo del suo tratto umano affabile e cordiale». Anche Veltroni ricorda la fede europeista del Cavaliere, e «il suo ancoraggio ad una idea di bipolarismo. Sul resto siamo stati avversari, nel rispetto reciproco». Pier Luigi Bersani ne mette in luce l’ambivalenza: «Era capace anche con spregiudicatezza di difendere gli affari suoi, ma al tempo stesso sapeva trasmettere generosità. Era un osso durissimo, per lo strapotere economico, ma anche per una sua empatia nei confronti di pezzi di ceto popolare».

Elly Schlein ha deciso di rinviare «per rispetto» la direzione Pd prevista per ieri. E dalla sede del Nazareno ha dichiarato: «Con la scomparsa di Silvio Berlusconi si chiude un’epoca, partecipiamo al cordoglio della sua famiglia, dei suoi cari, di tutta Forza Italia e delle altre forze di maggioranza e del governo. Siamo stati sempre avversari – aggiunge – ma in questo momento rimane il grande rispetto che si deve a un protagonista della storia della vita politica di questo Paese».

«Ha segnato la politica del nostro Paese negli ultimi 30 anni. Dalle sue scelte, dalle sue idee, dalla sua visione di Paese siamo sempre stati e saremo lontanissimi», le parole del segretario di Si Nicola Fratoianni. «Ho combattuto non la sua persona ma il berlusconismo, il linguaggio, la politica in forma di pubblicità, la tutela delle oligarchie», scrive Nichi Vendola su Facebook. «Ho combattuto la sua idea di società e del mondo, è stato l’icona di un intero ciclo della storia italiana, della nostra società e forse anche delle sue malattie».

Parole di cordoglio anche da Giuseppe Conte: «È stato un imprenditore e un politico che in ogni campo in cui si è cimentato ha contribuito a scrivere pagine significative della nostra storia. Ha acceso e polarizzato il dibattito pubblico forse come nessun altro, e anche chi lo ha affrontato da avversario politico deve riconoscere che non gli sono mai mancati il coraggio, la passione, la tenacia». Ma nel M5S ci sono mugugni per i toni «troppo soft», e c’è chi ricorda «i danni fatti al paese».

Matteo Renzi non lesina parole di «rispetto, affetto e ammirazione» al Cavaliere scomparso, che qualcuno interpreta come una candidatura alla successione: «Era un fuoriclasse assoluto, ha cambiato la storia dell’urbanistica, della tv e del calcio. Mi piacerebbe che ci fosse il riconoscimento unanime che è stato un italiano che ha molto amato il suo Paese. Su alcuni temi, come le tasse, c’è stata vicinanza».

Giuliano Granato, portavoce di Potere al Popolo, esce dal coro: «Il potere economico, politico e mediatico piange all’unisono perché in Berlusconi si rivede allo specchio: è stato incarnazione spregiudicata del potere, affarismo, rapporti ambigui con la mafia, disprezzo della democrazia». «Su di lui serve una analisi oggettiva: non si costruisca una specie di messia», avverte Luigi De Magistris.

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