Copertine di classe e piano d’autore: è Dino Rubino
Note sparse «Solitude» triplo cd di materiale originale e raffinate cover
Note sparse «Solitude» triplo cd di materiale originale e raffinate cover
Ci sono musicisti, in Italia, che proprio non sanno che farsene della musica «liquida»: lavorano con piacere a qualcosa che si possa tenere fra le mani, riporre su uno scaffale, avere davanti agli occhi e alle orecchie tutte le volte che se ne sente il bisogno, senza passare per il compulsivo «scroll» su un telefono cellulare o una tastiera.
Dino Rubino è uno di questi musicisti, e gli anni passati dal suo esordio stanno rivelando, ad ogni nuovo capitolo una maturazione magistrale che conforta l’anima, al contempo regalandoci nuove provviste di grande musica.
In singolare concomitanza con l’amico, sodale, consigliere e spesso compagno di palco Paolo Fresu, anche Dino Rubino esce per l’etichetta sarda con le copertine d’arte (questa di Solitude è del disegnatore Andrea Ucini, anche musicista, molto attivo sui media anglosassoni, base stabile in Danimarca) con un triplo cd, come il trombettista gentile e iperattivo. Solitude offre due interi cd di composizioni originali e un terzo cd di splendide e raffinate cover, da Nuages, capolavoro malinconico di Django Reinhardt, a Donna Lee, da Stella By Starlight a Someday My Prince Will Come.
DOPO OLTRE dieci anni il pianista siciliano (ma è anche un eccellente trombettista: caso non così frequente) torna alla formula del trio, riattivando la collaborazione con il batterista Stefano Bagnoli e Marco Bardoscia al contrabbasso, intesa speciale formatasi negli ultimi anni nei lavori continui sui palcoscenici e in studi con Paolo Fresu.
Solitude è un lavoro intenso, spesso di un lirismo avvolgente, diretto e tutta sostanza, senza alcuna svenevolezza: Rubino non ha paura di far «cantare» il suo pianoforte. Cercando e trovando melodie essenziali che si stampano in testa al primo ascolto, e chiedono un riascolto continuo. Si ripete insomma, mutatis mutandis, quanto è successo con gli incanti melodici di musicisti diversi come Esbjörn Svensson o il nostro Enrico Pieranunzi, tutte menti che hanno anche in testa la pulsazione (si ascoltino qui Big Water o Buddy Love): sembra quasi di avvertire la felicità di aver trovato la linea che comunica senza parole emozione schietta.
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