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Conversazione sui nomi dei pesci

I bambini ci parlano Come si chiamano i pesci? Secondo voi hanno un nome? «Per me no. Perché i pesci non sanno parlare molto bene». «No, non ce lo hanno». «Nessuno ha un nome. […]

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 12 marzo 2020

Come si chiamano i pesci? Secondo voi hanno un nome?

«Per me no. Perché i pesci non sanno parlare molto bene». «No, non ce lo hanno». «Nessuno ha un nome. Però se tuo padre o tua madre o qualcun altro ti dà un nome, dopo quel nome ce l’hai. Perciò…. No, non ce l’hanno». «Invece per me ce l’hanno. Perché tutti hanno un nome. Altrimenti non potremmo neppure chiamarli pesci». «Ma non hanno un nome proprio».

«Dipende, per me se hanno un nome o no dipende dai loro genitori e anche da chi li vede. Per esempio, se noi diciamo che un pesce ha un nome, lui ha quel nome lì». «Ma lui non sa di avere quel nome». «E allora? Ce lo ha lo stesso, il nome». «Ma se lui non sa che ha un nome? Come fa ad avere un nome se lui non sa neppure che ha un nome? Per me è un controsenso!»

«Non è vero. Perché se io dico che la mia bambola si chiama come voglio io, tipo Giulia, si chiama Giulia, lei dopo si chiama Giulia, si chiama per sempre Giulia, anche se lei è solo una bambola e non sa che si chiama Giulia, non sa se si chiama in un modo o in un altro, se ha un nome o non ce lo ha».

«Per me i pesci sanno tutto. Solo che non vogliono dircelo perché sono muti. Oppure no, non sono muti, sono solo molto riservati». «Ma se noi adesso diamo un nome ai pesci, secondo te, il nome ce lo hanno o non ce lo hanno? Ce lo hanno!» «Ma no! Se non sanno che ce lo hanno che nome è?»

Va bene, mi avete convinto, ora diamo il nome ai pesci…. «A tutti?» No. Solo alcuni. Partiamo dai grandi. «Uno grande si chiama Bob». «Un altro grande si chiama Bab». «Un altro Antonio». «Un altro si chiama Bomber. O Matteo».

«Ma quanti sono i grandi? No, non li facciamo tutti». «Sono solo quattro. Sono tre maschi e una femmina». «Non sono gemelli?».
Facciamo che tutti hanno una caratteristica diversa dall’altro?

«Sì! Bellissimo! Bab sa nuotare velocissimo». «Bob è il più forte, il più robusto, il più bravo a dare i colpi forte con la coda». «Bomber è quello che sa nascondersi meglio». «Invece i piccoli sono tantissimi». «I grandi fanno anche le bolle più grandi quando respirano e ce ne è uno che è anche più bravo a baciare». «Chi? Bob?». «Ma sono tutti maschi?» «Si baciano tra maschi?» «No. C’è anche una femmina. Si chiama Viola». «Tutti amano quella femmina?» «Sì. Ma lei, la femmina, ama Bob».

«Baciano tutti la stessa femmina? Non ci credo! Per me ci devono essere più femmine!». «I pesci piccoli invece hanno la caratteristica che sono tutti più piccoli di quelli grandi, ma sono anche bravi a parlare con le bolle». «I piccolini sono più belli, per me». «Sono più numerosi quelli piccoli proprio perché sono piccoli». «Loro sono anche più bravi a osservare le onde, gli altri pesci».
Anche i piccoli però non sono tutti uguali. Tra loro, tre si distinguono dagli altri….

«Uno si chiama Marco. È un pesce simpatico, bello. Ha molti amici. È educato. Ha sempre il batticuore perché si spaventa sempre, ma è furbo. Lui è piccolo ma è anche bravo a nuotare. È velocissimo. È più veloce anche del pesce grosso, di Bob». «Bob è grosso ed è più pesante, allora nuota più lento di lui». «Un altro pesce piccolo è una femmina che si chiama Lucia. Sa cantare. È brava ad obbedire. Sa fare le capriole nell’acqua». «Poi c’è Pietro. Lui è intelligente, furbo, sorridente, un po’ monello. Lui è un pesciolino bianco. Sa indovinare tutto, sa pensare. A lui piace fare il capo dei pesci piccolini». «No, per me il capo non c’è». «Per prendere le decisioni come fanno?»

«Fanno la votazione ad alzata di coda». «Vince la maggioranza». «Allora sanno contare». «No». «E allora come fanno?». «Si mettono da una parte. Loro dicono: Andiamo a dormire nel canneto o sotto il ponte? Chi vuole andare sotto il ponte, si mette di là. Chi invece vuole andare nel canneto, si mette dall’altra parte. E poi non contano, guardano e basta. E dove ci sono più pesci, hanno deciso quello». «Va bene. Ma chi non è d’accordo può fare come vuole, può andare a dormire dove vuole».

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