La sanità italiana è ingiusta o, meglio, classista: «Funziona per tutti ma funziona meglio per le persone più colte e più abbienti. Il reddito e il titolo di studio a ogni latitudine di questo Paese fanno la differenza tra quanto si muore e tra quanto ci si cura». Non è una constatazione empirica ma la fotografia dell’attuale Servizio sanitario nazionale, universalistico per vocazione in ossequio alla Costituzione ma non nei fatti. Lionello Cosentino (ex assessore al ramo della regione Lazio) e Carlo Saitto (responsabile Unità operativa Controllo di gestione dell’Asl Roma 1) danno con precisione la misura di questo scarto...