Cultura

Contro l’assoggettamento della società dei consumi

Contro l’assoggettamento della società dei consumi

SCAFFALE «Esposizioni. Pasolini, Foucault e l’esercizio della verità» di Marco Antonio Bazzocchi

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 14 dicembre 2018

Tra le ricerche più originali a proposito dell’opera di Pier Paolo Pasolini e del suo rapporto con la riflessione sulla biopolitica di Michel Foucault, occupa una posizione di primo piano Esposizioni. Pasolini, Foucault e l’esercizio della verità di Marco Antonio Bazzocchi (Il Mulino, pp. 177, euro 16).
Il volume esplora i tratti che uniscono il percorso intellettuale dei due autori, ma anche le differenze, i cortocircuiti, insomma tutto ciò che sollecita interrogativi e la riflessione sul nostro tempo attraverso temi e pratiche tipici dell’opera di Foucault, come il bios, il potere, l’eterotopia e la parresia, riconoscibili anche nel lavoro dell’ultimo Pasolini. Quello proposto da Bazzocchi è un vero e proprio dialogo tra due esperienze intellettuali, diverse nei contenuti e forse anche nella prospettiva politica, eppure convergenti nel proposito di elaborare pratiche di opposizione al potere neocapitalistico. In questa prospettiva il pensiero di Foucault assume la funzione di aratro che scava nel corpus pasoliniano, ne dissoda il terreno e lo libera dalla vecchie letture per mettere in mostra il carattere performativo del suo operare attraverso la letteratura, il cinema, l’intervento giornalistico e politico. Temi e questioni da tempo esplorate dalla critica recuperano in questo modo nuova luce, nuove possibilità di essere attualizzati nel presente.
È il caso dello studio della corporeità, della sessualità e della mutazione antropologica, a cui si aggiungono le numerose pagine – forse le più originali del volume – dedicate all’abiura, ovvero quella pratica impiegata da Pasolini in più momenti della sua attività di scrittore e cineasta per rimettere in discussione il proprio operato di letterario e intellettuale, per sconfessarlo e allo stesso tempo per salvarlo, per sottrarlo all’ordine del discorso neocapitalistico che ha cercato di riassorbirlo nei propri codici con l’intento di mutarne il valore oppositivo in falso progresso.

ABIURARE dalla propria opera, secondo la formula pasoliniana ripresa da Bazzocchi, significa in questo senso distanziarsene, riposizionarla in un ordine del discorso estraneo a quello della cultura egemone in cui è collocato l’autore. Attraverso altre nozioni dell’orbita di indagine foucaultiana, quali la conversione e exomologesis, prende in esame le strategie messe in campo da Pasolini per sfuggire alle forme di assoggettamento e di controllo della società dei consumi. Lo stesso concetto di esposizione, che dà il titolo al volume e che Bazzocchi illustra con numerosi esempi – tra cui le foto che avrebbero dovuto costituire l’appendice di Petrolio, scattate da Dino Pedriali nella Torre di Chia – deve essere letto secondo questa prospettiva di opposizione che proietta l’opera pasoliniana in uno spazio di indecidibilità non omologabile, in un altro tempo in cui l’autore con la sua nudità si mostra di fronte a essa, spogliato della propria forma della propria funzione tradizionale di letterato e di intellettuale.
Nella stessa ottica deve essere letto un altro tema, ovvero il principio «antidialettico» che Pasolini fa suo in alcune pagine dell’ultima parte della sua carriera. È bene a questo proposito precisare che il ricorso polemico alla nozione di dialettica non ha tanto a che vedere con alcune tendenze del pensiero postmoderno o con l’irenismo antimarxista di alcune concezioni della storia.

PASOLINI se ne serve anzi per esasperare il carattere squisitamente dialettico della contraddizione, cui tuttavia non fa seguire la sintesi risolutiva di un termine sull’altro, né la loro conciliazione. Come mostra Bazzocchi in molte pagine del suo volume, l’opposizione alla sintesi costituisce ancora una volta una forma di resistenza, difesa dell’umano dalle riduzioni omologanti e mercificanti operate dal capitalismo. Anche attraverso il principio antidialettico, o della dialettica binaria, Esposizioni mette dunque in mostra il carattere ostinato della passione pasoliniana, la sua non conciliabilità con il tempo storico disegnato dal neocapitalismo.

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