In sedici giorni la Cgil ha raccolto duecentomila firme sui quattro referendum contro il Jobs Act, per la sicurezza, la tutela dei diritti dei lavoratori in appalto e il ripristino delle tutele contro i licenziamenti. E tra poco presenterà le proposte legislative di iniziativa popolare. L’obiettivo è raccogliere almeno 500mila firme.

«Noi stiamo facendo il nostro mestiere di sindacato- ha detto ieri il segretario generale della Cgil Maurizio Landini in una conferenza stampa – tutelare i lavoratori per la sicurezza, contrastare la precarietà e rinnovare i contratti. Vogliamo cancellare la norma che esclude la responsabilità solidale delle aziende committenti nell’appalto e nel subappalto, in caso di infortunio e malattia professionale dei lavoratori. Per noi questo significa indicare un modello che possa restituire il futuro al paese».

«Sull’adesione alla proposta del Pd sul salario minimo stiamo discutendo e ragionando anche con la Uil – ha aggiunto Landini- Abbiamo intenzione di proporre una legge sulla rappresentanza, che arrivi a toccare anche l’equo compenso e il salario minimo. Siamo d’accordo con la proposta ma su cosa fare il lavoro è ancora in corso».

Landini ieri ha lanciato anche la manifestazione contro l’autonomia differenziata che si terrà sabato 25 maggio a Napoli con le associazioni della «Via Maestra»: «mandare un messaggio di unità e costruzione di unità del paese che è il contrario di quello che sta avvenendo» ha detto Landini. Inoltre «abbiamo scritto a tutti i presidenti di Regione, ai segretari delle forze politiche e ai capigruppo: è il momento di fare politiche che vadano nella direzione opposta a quella del governo. Non bisogna proseguire su quella strada. È a rischio l’unità nazionale».