Lavoro

Contro il jobs act e l’art.81, tutti pronti a firmare

Verso il 28 marzo a Roma Due appuntamenti, la staffetta del 'Fronte Pop'

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 25 marzo 2015

«Aspettiamo il primo licenziamento collettivo. Alcuni, quelli con il vecchio contratto, chiederanno il reintegro. Altri, con il nuovo, non potranno. E allora vedremo che succede». La previsione- ma anche un po’ la sfida – è del giurista Nanni Alleva a proposito degli effetti del jobs act. Quella dei licenziamenti collettivi è solo una delle molte magagne della legge, tutte illustrate ieri in un incontro romano organizzato dal Pcdi. Menù del dibattito, le prossime mosse «unificanti», comepropone Giorgio Airaudo (deputato di Sel) «per rimettere al centro il lavoro». Per esempio la legge di iniziativa popolare per cancellare il pareggio del bilancio in Costituzione, la cui raccolta di firme è già in corso, spiega Stefano Fassina (Pd). Al convegno (presenti fra gli altri il fiommino di Pomigliano Ciro D’Alessio e Roberta Fantozzi del Prc, e un rappresentanteUsb) si parla del possibile referendum sul jobs act. Fra gli oratori all’ultimonon arriva il rappresentanteCgil Corrado Baracchetti. La Cgil, si fa sapere, non gradisce che il dibattito fra le altre cose sia dedicato anche alla «unità delle sinistre». La preoccupazione di non debordare nella politica (partitica), nonostante la ’pace’ con la Fiom, evidentemente si fa sentire. Intanto il primo appuntamento unitario è «Unions», la piazza della Fiom sabato a Roma.

Quasi lo stesso menù per per un convegno contemporaneo che si svolge alla sede della Cgil, a pochi passi dall’altro, come un passaggio di staffetta di mano in mano. A organizzarlo qui sono i promotori del «Fronte pop», che incrociano la coalizione sociale nascente con le pratiche politiche già in corso, dal parlamento fino ai territori. Anche qui arrivano Airaudo e Fassina, ma anche Michele De Palma (Fiom), Gabriella Stramaccioni (Libera), Giulio Marcon (Sel). Anche qui si distribuiscono i moduli per la raccolta di firme della legge di iniziativa popolare per cancellare il pareggio di bilancio in Costituzione.

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