La notizia, diffusa quasi con orgoglio dalle principali testate e con una evidenza poche volte concessa ad aggiornamenti sulle produzioni militari, sembrerebbe chiara e semplice: la Marina Militare statunitense ha sottoscritto un contratto plurimiliardario con Fincantieri (colosso navale italiano a controllo pubblico) per la produzione di una nuova classe di fregate. Da qui un florilegio di commenti entusiasti e di analisi abbastanza sopra le righe, che addirittura paiono preconizzare una sorta di «rinascita economica» basata su tali commesse. Tralasciando per un momento la problematicità di una ricostruzione post-coronavirus fondata sulle armi, queste reazioni ottimiste si scontrano con una realtà delle...