Visioni

Contraddizioni, equivoci e destini incrociati, va in scena «Il velo della sposa»

Contraddizioni, equivoci e destini  incrociati, va in scena «Il velo della sposa»«Il velo della sposa» – foto di Emiliano Migliorucci

Sul palco A Monticchiello torna lo spettacolo del Teatro Povero. Una tradizione popolare che si rinnova da 58 anni nel paesino della Val d’Orcia

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 10 agosto 2024
Gianfranco CapittaMONTICCHIELLO (SIENA)

Torna, come ogni estate, lo spettacolo del Teatro Povero di Monticchiello, lo splendido paesino della Val d’Orcia che da molto tempo (58 anni per la precisione) organizza ad agosto uno spettacolo in piazza interpretato dai suoi abitanti. Che ovviamente fanno tutt’altri mestieri, ma nei mesi precedenti l’estate provano intensamente lo spettacolo che poi mostreranno al pubblico in queste due settimane prima di ferragosto. L’origine di questa tradizione era stato il drammatico passaggio che aveva cambiato vita e organizzazione dell’agricoltura in Italia, la fine della mezzadria, con tutto quel che la trasformazione implicava.

DA ALLORA sembrano passate ere geologiche, non perché la vita di chi lavora e produce nei campi sia divenuta necessariamente più allegra e meno faticosa (nonostante l’arrivo delle «macchine» agricole), ma per i cambiamenti che la società tutta ha sviluppato. La gente di Monticchiello, con orgoglio autodefinitasi da sempre «Teatro povero», cambia come tutto il resto della società. Non ci sono più «contadini» nell’antica accezione, tanto meno in scena, e forse per questo gli autori degli spettacoli degli ultimi anni (Giampiero Giglioni dell’archivio di Monticchiello e il regista Manfredi Rutelli) cercano di allargare il racconto teatrale ad una società già «trasformata» rispetto al rapporto con la terra.
Il velo della sposa è il titolo dello spettacolo di quest’anno, e si articola in tre momenti successivi. Quel velo simbolo del matrimonio, e della nuova entità sociale da creare, vola in tre momenti diversi e tutti di forte «passaggio». Alla fine della seconda guerra mondiale, condizionerà il matrimonio della giovane e la farà ritrovare «dall’altra parte» rispetto al fratellino nella guerra di liberazione. Anni dopo, nei nuovi assetti sociali che si vanno a costituire, scelte diverse segneranno ancora i loro destini, in schieramenti avversi. Ai giorni nostri infine la sedimentazione di quella spaccatura verticale nella società, per quanto stretto sia rimasto il legame tra i due, sancirà i prezzi da pagare per quella scelta di far volare davvero quel velo, da simbolo nuziale a uno status e a un modo di reagire alle contraddizioni di oggi. Mostrandone sulla scena l’ormai ingovernabile diversità di intendere diritti e doveri, nella famiglia come nella società.

LO SPETTACOLO inizia in maniera poetica, ma si fa un po’ travolgere nel suo articolarsi, dalla difficoltà, certo oggettiva, di rappresentare contraddizioni, equivoci, schieramenti e scelte personali. Il finale ha un sapore vagamente «televisivo» nel mostrare una confusione di interessi cui soggiace una cultura, e un modo di vivere ed esprimersi, dentro una civiltà di massa.
Rimane intatto però il piacere di vedere i cittadini di Monticchiello porci domande, questioni e problemi (e anche emozioni, e qualche risata) tenendo stretta la barra dello stare insieme e civilmente convivere. Per chi vuole smaltire quelle emozioni, c’è poi sempre la Taverna di Bronzone sulla piazza del paese, a pochi passi dal luogo dello spettacolo (e gestita sempre dal Teatro povero) dove rinfrancarsi con la migliore cucina tradizionale della Val d’Orcia!

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