Visioni
Conti in rosso: la serie A prende tempo ma rischia il default
Calcio Nel giorno del rinnovo di Mancini in Nazionale fino al 2026, la federcalcio trova una sintesi tra le posizioni dei club in bolletta e dell’Assocalciatori sul differimento del pagamento dello stipendio di maggio ai calciatori di Serie A. Ma è una toppa momentanea
Calcio Nel giorno del rinnovo di Mancini in Nazionale fino al 2026, la federcalcio trova una sintesi tra le posizioni dei club in bolletta e dell’Assocalciatori sul differimento del pagamento dello stipendio di maggio ai calciatori di Serie A. Ma è una toppa momentanea
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 18 maggio 2021
Una toppa. Anzi, un compromesso che concede tempo ma non risolve la questione costi del calcio italiano, a grandi passi verso il default. La federcalcio per ora trova una sintesi tra le posizioni dei club in bolletta e dell’Assocalciatori sul differimento del pagamento dello stipendio di maggio ai calciatori di Serie A. Una misura per andare incontro alla richiesta di aiuto delle società: il saldo di marzo avverrà entro fine giugno, un passaggio comunque necessario per l’iscrizione al prossimo campionato. L’accordo è stato votato da tutti, erano state sei le società a chiedere ufficialmente di posticipare il saldo delle spettanze degli atleti, tra cui l’Inter del Gruppo Suning, che pubblicamente aveva fatto sapere della proposta ai calciatori e staff tecnico di rinunciare a due mensilità, per trovare una boccata d’ossigeno nei conti. Al tavolo della Figc si è seduta la Lega di A che aveva chiesto addirittura di rinviare il pagamento degli ultimi quattro stipendi della stagione. Da marzo a giugno, spalmandoli fino a dicembre. Così però si sarebbe violato il principio di mettersi in regola prima dell’iscrizione al campionato. Ovviamente si è detto contrario il sindacato dei calciatori ma si è trovata per una strada, per ora.
MA E’ SOLO il primo passo di un lungo periodo di discussioni, trattative, ridimensionamento di strutture e programmi di club, anche top club. Non c’è solo l’Inter, anche la Juventus, in rosso di oltre 300 milioni di euro e ancora più in difficoltà in caso di mancato accesso alla prossima Champions League, spinge con i suoi calciatori per un taglio degli emolumenti. Pesa parecchio il Covid-19, i mancati incassi, la fuga di sponsor. Pesano parimenti le scellerate gestioni dei conti delle società di A. Quasi tutte in rosso, così per evitare la bancarotta del pallone, che è comunque un tema europeo e che ha portato alla soluzione sgangherata e subito fallita della Superlega, la federcalcio si è mossa per imporre dei limiti di spesa alle società. Per ora, è stato istituito un tavolo tecnico con la Lega di A, B, Lega Pro, associazione calciatori e allenatori per sviluppare un progetto di pallone sostenibile, con una nuova norma che stabilisce il blocco della campagna trasferimenti per il club che sfora il monte ingaggi della stagione precedente. Insomma, la Figc avvisa: niente accumulo di debiti, solo con una garanzia fidejussoria della proprietà della società si potrà procedere con il mercato. Ci saranno controlli assai rigorosi, ha fatto sapere il presidente della Figc, Gabriele Gravina, prima di annunciare il rinnovo contrattuale di Roberto Mancini, sulla panchina della nazionale italiana fino al 2026. Ecco, un controllo serrato dei conti delle società è un punto forse decisivo, perché sarebbe l’epilogo delle stagioni delle plusvalenze, del rigonfiamento del valore dei cartellini dei giovani della Primavera. Niente più scorciatoie, si spende quello che si può. Un messaggio ai club che difficilmente potrà essere ignorato.
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