L’immagine di Alessandro Sciarroni che danza girando su se stesso per quasi tre quarti d’ora, cambiando continuamente, e impercettibilmente, la postura della sua fisicità, rimane come ricordo bello e significativo di tutta la ventesima edizione della rassegna Contemporanea,conclusasi domenica. Quel suo Chroma – Don’t be Frightened of Turning the Page, è il momento di assolo e di conclusione della sua concezione del movimento (sviluppata qualche anno fa con composizioni ed ensemble differenti), a conferma e suggello di un linguaggio spettacolare che, proprio perché assoluto, può divenire chiave di lettura dell’universo mondo. E che ha quasi ipnotizzato e rapito il pubblico...