Beppe Grillo è tornato a Roma. Oggi parteciperà a un convegno sulla transizione ecologica al senato, nella veste di consulente di lusso del Movimento 5 Stelle di cui resta garante e fondatore. «Grillo è desideroso di dare il suo contributo», spiega Giuseppe Conte ospite di Metropolis, il talk show di Repubblica. Dunque, è la versione del leader M5S, il suo nuovo coinvolgimento «nasce proprio per dare una spinta al nostro progetto e per aver il suo apporto riconoscendo le sue qualità notevoli per l’ideazione di nuovi progetti». Conte ci tiene a precisare che il presidente è lui: «Questo lo statuto lo dice chiaramente», afferma. Quello che si dice ai vertici dei 5 Stelle è che l’accordo da 300 mila euro tra i 5 Stelle e Grillo serva proprio per dare un ruolo preciso e definito da contratto: un modo (oneroso) per tenere il coltello dalla parte del manico e contenere la personalità di Grillo.

Nel frattempo, Conte prosegue nella sua linea: dentro il centrosinistra ma con un profilo autonomo. Con il Partito democratico, assicura, «ci voglio lavorare, però nel rispetto reciproco e per ora non mi hanno rispettato». «Abbiamo subito frasi irriguardose e ingiuriose, alcune sono state addirittura volgari», dice a proposito del dibattito in corso sugli armamenti. Poi torna sulle questioni sociali e il salario minimo: «In Italia c’è un problema della politica dei redditi e di salario minimo da risolvere. Non mi costringete ad incatenarmi davanti al parlamento». Tuttavia, non accetta di essere schierato a sinistra, e per dirlo tira fuori un grande classico del grillismo delle origini: «Non sto superando il Pd a sinistra, ma sulla linea del buonsenso. Il buonsenso non è né di destra né di sinistra».

Domani, i 5 Stelle lanciano la scuola di formazione che Conte aveva promesso fin dalla sua discesa in campo come leader. Il coordinatore scientifico sarà il sociologo Domenico De Masi, che nel passato diverse volte ha già collaborato con il M5S, spingendoli a schierarsi coi progressisti.