Promette ai lavoratori Whirlpool di Napoli di spingere per la risoluzione della loro vertenza al Mise; al candidato sindaco del centrosinistra allargato ai 5S, Gaetano Manfredi, elenca gli impegni in parlamento per aiutare i comuni in difficoltà; agli eletti pentastellati chiede ancora qualche giorno per presentare lo statuto, la carta dei valori e il logo: Giuseppe Conte non è più premier, non è parlamentare e non è ancora capo politico dei 5S ma ieri a Napoli ha dettato l’agenda su tutti e tre i tavoli.

La giornata partenopea, prima uscita pubblica del nuovo corso del Movimento, è cominciata ieri incontrando i disoccupati della lista 7 novembre e i dipendenti della multinazionale degli elettrodomestici che ha deciso di chiudere il sito di via Argine. Luigi Di Maio, ai tempi del Conte 1, aveva promesso che l’azienda sarebbe rimasta a Napoli e invece i cancelli sono chiusi mentre Whirlpool assume mille interinali in Italia per far fronte agli ordinativi crescenti. Questa volta la promessa è lavorare a una reindustrializzazione che non si trasformi in una truffa.

In hotel incontro riservato con Manfredi, Di Maio e Roberto Fico. Gli ultimi due sono poi rimasti in prima fila, ma tra il pubblico, per evitare accuse da parte del candidato di centrodestra, Catello Maresca, di utilizzare il ruolo istituzionale per fare campagna elettorale. Quindi lunga sessione di domande con i giornalisti: al tavolo Conte, lo stesso Manfredi, la parlamentare Gilda Sportiello e la consigliera regionale Valeria Ciarambino.

«Se gli iscritti lo vorranno sarò il nuovo leader – ha spiegato -. Sto lavorando per e con il M5s. Presenteremo a giorni questo progetto. Il mio obiettivo è portarlo al primo posto, partito di assoluta maggioranza». Per la decisione sul doppio mandato bisognerà aspettare la carta dei valori: «Deciderò io quando il tema andrà affrontato e poi sarà presa una decisione insieme alla comunità 5stelle». All’esterno un gruppo di dissidenti con lo striscione «No alleanze», Conte tira dritto: «Il Movimento è questo, è unito. Se qualcuno parla a titolo personale lo fa perché ha una sua opinione ma è fuori del progetto Napoli». Il progetto Napoli è già in corso: un nuovo sito web (napoli5stelle.it), il comitato in città per organizzare tavoli di lavoro, referenti che gestiranno la campagna elettorale cioè Sportiello, Ciarambino, i parlamentari Alessandro Amitrano e Salvatore Micillo.

Nelle grandi città l’accordo Pd – 5S non è stato raggiunto: «Il M5s avrà una vocazione autonoma -ha spiegato Conte -, non c’è un’alleanza strutturata ma, se vogliamo realizzare il nostro progetto, non possiamo che coinvolgere altre forze politiche. Stiamo lavorando insieme in Calabria e in altre amministrazioni. Dove non è possibile non dobbiamo stracciarci le vesti, le fusioni a freddo non funzionano». A Roma c’è una candidata uscente del Movimento, in altri territori lo scontro tra i due partiti è stato tanto duro da richiedere un percorso di avvicinamento più lungo.

Su Napoli, Conte tira fuori il lavoro fatto da premier: 100 miliardi di investimenti al Sud; a luglio il G20 su energia e clima in città, un appuntamento fissato dall’allora ministro Costa; a ottobre il G20 su scambi commerciali e investimenti a Sorrento, questa volta su spinta di Di Maio. E poi c’è il Patto per Napoli, con l’impegno di inserire in finanziaria una norma simile al «Salva Roma». Il feeling di Conte con Manfredi è evidente. L’ex ministro dell’Università ha però avuto endorsement convinti anche dal segretario del Pd Enrico Letta, da Roberto Speranza per Leu e dal presidente della regione De Luca, in difficile coabitazione con i 5S.

Manfredi ha già chiarito che i problemi della città si risolvono qui ma anche a Roma: investimenti nella macchina amministrativa, stralcio del debito per non schiacciare i servizi correnti, nuove missioni produttive, dialogo con governo e Ue per la gestione delle risorse. Accanto a Conte ha incontrato eletti e attivisti 5S in piazza Bellini quindi, con Di Maio, Sportiello e Ciarambino una pizza a Forcella. Finale alla Pignasecca per un caffè. Al bar Conte ha trovato la consigliera comunale (nel gruppo dei dissidenti) Marta Matano, che l’ha attaccato: «Noi portavoce non siamo stati coinvolti». E Conte: «Dove dovevamo votare, su Rousseau? Bisogna essere pratici. Dovevamo dire no e bloccare tutto?». Gli eurodeputati 5S fanno la sintesi della giornata: «Napoli, grazie alla candidatura a sindaco di Manfredi, diventa un laboratorio per le forze che hanno sostenuto il Conte 2».