Economia

Conte convoca per oggi Cgil, Cisl e Uil: «Cominci una nuova fase di dialogo»

Conte convoca per oggi Cgil, Cisl e Uil: «Cominci una nuova fase di dialogo»Un incontro a palazzo Chigi fra governo e sindacati prima della pandemia

Recovery Fund Le richieste: dare più risorse al lavoro e valutare ogni progetto per i posti che crea. Lunedì tocca a Confindustria

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 22 gennaio 2021

Lo chiedevano al governo da mesi. Ieri sono stati finalmente accontentati. Cgil, Cisl e Uil sono stati convocati per questa mattina a palazzo Chigi da Giuseppe Conte per confrontarsi sul «Piano nazionale di ripresa e resilienza», il documento per utilizzare le risorse europee del Recovery fund e del Next generation Eu.
Probabilmente poi il governo illustrerà ai sindacati il quinto decreto Ristori, in via di definizione.
Anche i sindacati erano contrari alla task force prevista nella prima bozza del piano, lodando invece i passi avanti dell’ultima e definitiva versione dove è aumentata la quota di investimenti, dando più spazio a nuovi progetti: dei 209,9 miliardi complessivi ora ben 144,2 finanziano nuovi progetti mentre 65,7 riguardano «progetti in essere». Se il raddoppio dei fondi alla sanità – da 9 ai 19,7 miliardi dell’ultima versione – era un punto già assodato, positive per i sindacati anche le tre «priorità trasversali»: «parità di genere», «giovani» e «sud ed equilibrio territoriale» sui quali viene valutato ogni capitolo di spesa.
L’attenzione di Cgil, Cisl e Uil è tutta per il capitolo «politiche per il lavoro» dove si alternano stanziamenti importanti – 7,5 miliardi per «politiche attive e sostegno all’occupazione» – all’accontentare tante richieste della Confindustria di Bonomi come l’inutile «assegno di ricollocazione» introdotto dal Jobs act e l’«apprendistato duale».
«Ci aspettiamo che finalmente si avvii un confronto e si apra una fase nuova», commenta il segretario della CgilMaurizio Landini commentando la convocazione. «È un segnale positivo passare dalle parole hai fatti – sottolinea Landini – ora bisogna non perdere questa occasione: bisogna definire progetti precisi e accompagnare il piano con delle riforma come quella del fisco, della Pa, degli ammortizzatori sociali, delle pensioni. Mi auguro – continua il leader della Cgil- che inizi davvero una fase nuova, in cui il coinvolgimento delle parti sociali ha l’obiettivo non solo di gestire l’emergenza ma di progettare davvero un nuovo modello di paese». L’obiettivo da perseguire con le risorse europee per Landini insomma «è creare lavoro e che gli investimenti siano fatti: il centro di tutto è il lavoro per dare prospettive ai giovani, alle donne e al Mezzogiorno», conclude.
«Il Recovery plan è una occasione straordinaria per cambiare il paese e in meglio ed è l’ultima di avere risorse così ingenti per far ripartire il paese, l’economia, il lavoro, la giustizia sociale», commenta la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan. Il piano «non può essere fatto in stanze chiuse senza la partecipazione di chi rappresenta lavoro», aggiunge Furlan, sottolineando quindi la richiesta del sindacato che «le parti sociali siano in qualche modo presenti nella governance non tanto nella gestione del piano ma nel monitoraggio dei progetti. È una opportunità importante – rimarca -, va eseguita e gestita bene».
«Cercheremo di capire se l’esecutivo ha intenzione di usare il dialogo sociale, che non è concertazione, ma un metodo necessario in un momento cosi drammatico per monitorare meglio lo sviluppo di quanto sarà deciso dal Recovery plan», dice il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri. «Chiederemo peraltro al governo di allegare alla scheda degli interventi previsti dal Recovery l’impatto occupazionale per ciascun investimento ed un cronoprogramma reale. E sul lavoro testeremo la vicinanza o meno della posizione del governo con le nostre relativamente al superamento di certe politiche di riduzione dei salari e dei diritti. Non solo. Chiederemo anche quale sarà il percorso sulle politiche attive».
Il confronto tra governo e parti sociali proseguirà il lunedì 25 con le imprese. Conte incontrerà prima Confindustria, poi nella mattinata le altre sigle: Confcommercio, Cna, Confartigianato e Confesercenti.

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