Contagi e vittime, la curva risale. Preoccupa il Piemonte
Sono 4694 i nuovi casi. Morte 619 persone in un giorno, il totale dall’inizio dell’epidemia raggiunge quasi le ventimila unità. Ma nel nord torna il traffico nelle strade: fase due iniziata.
Sono 4694 i nuovi casi. Morte 619 persone in un giorno, il totale dall’inizio dell’epidemia raggiunge quasi le ventimila unità. Ma nel nord torna il traffico nelle strade: fase due iniziata.
Nelle ultime 24 ore le persone morte per il Covid-19 sono state 619 e il totale dall’inizio dell’epidemia ha raggiunto quasi le ventimila unità. In aumento, rispetto al giorno prima, anche il numero dei contagi, salito di 4694 casi. In totale, sono ormai 152 mila i contagi registrati in Italia. Il numero di test effettuati giornalmente ha raggiunto quota 56609.
MENTRE I DATI OSCILLANO, si conferma invece la preoccupante tendenza all’insù dei casi del Piemonte. 996 i nuovi contagiati nella regione superata solo dalla Lombardia. Nell’ultima settimana, il Piemonte è la regione che ha aumentato maggiormente il numero di contagi in percentuale (+37%). In soccorso, lunedì atterrerà a Torino l’aereo della «Brigada Henry Reeve» spedita in Italia da Cuba, con a bordo 21 medici e 16 infermieri. «La nostra riconoscenza va innanzitutto a Cuba e agli operatori sanitari che hanno accettato di aiutare il nostro territorio in un momento così difficile», ha detto il presidente leghista della regione Alberto Cirio. Anche nella regione, come in Lombardia, è scoppiato il caso delle case di riposo. In quella di Brandizzo, in provincia di Torino, addirittura un terzo del personale sanitario è risultato contagiato.
Per aumentare la sicurezza delle residenze assistenziali serviranno anche gli infermieri reclutati con i bandi rapidi dalla Protezione Civile, ha detto Angelo Borrelli nell’accompagnare i dati del bollettino quotidiano. «Le sanità regionali stanno provvedendo a rafforzare il personale nelle Rsa. Una parte degli infermieri che abbiamo inviato oggi a Bergamo sono andati nelle Rsa», dove si sono registrate percentuali drammatiche di vittime.
SU BERGAMO, Borrelli ha però rivendicato la massima trasparenza dei provvedimenti adottati nella vicenda dei comuni di Alzano Lombardo e di Nembro. Il Comitato tecnico scientifico ne aveva suggerito la chiusura al governo già il 3 marzo, secondo i resoconti emersi. Trovare traccia della raccomandazione dei tecnici è impossibile perché i verbali del Comitato non sono pubblicati ma Borrelli nega la riservatezza. La vicenda di Alzano e Nembro «è stata analizzata nel comitato tecnico-scientifico che ha fatto valutazioni. Poi le disposizioni sulla chiusura sono state fatte dal governo ma non c’è nulla di secretato. Sono normali atti del Comitato tecnico-scientifico».
È TOCCATO A Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria, affiancare Borrelli. È stata l’occasione per ribadire che l’epidemia sta risparmiando i più piccoli. I casi che hanno riguardato i minori sono circa duemila e quelli che hanno richiesto un ricovero una sessantina, 44 dei quali tra i neonati. «Questo avviene in Italia perché è il risultato dell’eccellente gestione che si è avuto restando a casa», ha detto Villani. Che ha approfittato per parlare dei vaccini che ci sono e di quelli che verranno. «Il percorso vaccinale di ogni bambino può e deve essere continuato. Direi a maggior ragione in questo periodo», ha aggiunto il medico. «Prepariamoci, tutti coloro che si devono vaccinare per l’autunno lo facciano. Mai come quest’anno sarà molto importante vaccinarsi». Villani si è sbilanciato (forse troppo) sui tempi di un vaccino anti-Covid: «Normalmente per arrivare ad un vaccino da commercializzare il tempo medio è di 2-3 anni. In quest’occasione penso che i tempi saranno molto molto più brevi».
IN REALTÀ, l’«eccellente gestione» elogiata da Villani sembra essersi incrinata dopo le aperture del premier di venerdì sera. In buona parte del Paese, la «fase due» sembra già iniziata. «Già oggi il 60% delle aziende è aperta e lo si vede dal traffico che è aumentato», ha ammesso il governatore veneto Luca Zaia. Stessa tendenza in Lombardia, secondo il vice-governatore Fabrizio Sala, monitorando il livello di traffico sulle strade rispetto alla normalità. «Dopo tre giorni al 40% (del traffico ordinario, ndr), venerdì 10 il dato relativo ai movimenti in regione ha fatto registrare un incremento di un ulteriore punto percentuale, arrivando al 41%». Code anche in uscita da Roma, ma a causa dei posti di blocco della polizia e non dei villeggianti indisciplinati. A fine giornata, sulla via Salaria sono risultate irregolari solo l’1,75% delle auto.
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