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Congresso prima del voto, Renzi rischia

«Siamo pronti a qualsiasi confronto pubblico e democratico che sia rispettoso delle regole e dello statuto interno del Pd». È sempre dal blog che arriva la risposta di Matteo Renzi […]

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 7 febbraio 2017

«Siamo pronti a qualsiasi confronto pubblico e democratico che sia rispettoso delle regole e dello statuto interno del Pd». È sempre dal blog che arriva la risposta di Matteo Renzi alla minoranza del suo partito, e se questa volte appare conciliante nelle procedure – aprendo al congresso – non schiude alcuno spiraglio alla tregua. Il segretario infatti offre ai lettori della sua enews una cronistoria degli ultimi di mesi di vita interna in casa democratica che scarica sui bersaniani tutte le responsabilità della polemica. E poi annuncia: «Ne riparleremo il 13 febbraio». La prossima riunione della direzione – allargata ai parlamentari – che secondo le iniziali strategie di Renzi avrebbe dovuto sancire l’accelerazione sulla nuova legge elettorale. Ma così non sarà: ci aspetta solo un’altra tappa dello scontro interno al Nazareno.
Per il 13 febbraio, infatti, non si saranno fatti passi in avanti sulla nuova legge elettorale in commissione affari costituzionali alla camera, né con ogni probabilità si conosceranno le motivazioni della sentenza con cui la Corte costituzionale ha decapitato l’Italicum. Anche i movimenti in direzione di una modifica favorevole alle coalizioni, proposta dei ministri Franceschini e Delrio, hanno finito con l’aprire altre faglie nel Pd. Contrarissimo il presidente Orfini: «Così si mette in discussione l’esistenza stessa del Pd». La strada in parlamento resta in salita e la prospettiva del voto a giugno appare lontana. E se non si voterà prima dell’estate, Renzi non potrà evitare il congresso in autunno.

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