Pasolini non ha avuto paura di entrare in «Casa Pound». A differenza degli indegni epigoni del poeta americano, lo scrittore e regista volle separare la malattia senile dell’adesione al fascismo dalla potenza metafisica della sua poesia. Sono numerose le apparizioni di PPP nella televisione monocolore degli anni ’70. Compare difensivamente altero, quasi superbo. Nell’intervista ad Ezra Pound, invece, si presenta in modo molto diverso. Rispettoso, quasi in soggezione. Sono due grandi poeti a confronto, ma Pasolini attende dalle parole di Pound, come se fossero pronunciate da un oracolo, l’indicazione di una poesia nuova. DELL’INCONTRO che si svolse a Venezia nel...