Confronto o sciopero, la scuola è a un bivio
Istruzione Flc-Cgil: «Il governo non prenda iniziative unilaterali». Il sindacato di Domenico Pantaleo presenta la sua agenda: diritti per docenti e precari, innovazione e contratto
Istruzione Flc-Cgil: «Il governo non prenda iniziative unilaterali». Il sindacato di Domenico Pantaleo presenta la sua agenda: diritti per docenti e precari, innovazione e contratto
Tagliare un anno al percorso scolastico. Eliminare le supplenze brevi. Aumentare l’orario di lavoro. Turn-over dei docenti bloccato almeno fino al 2018. Non rinnovare il contratto nazionale. I docenti non verranno più retribuiti secondo la regola egualitaria degli scatti di anzianità, ma pagati secondo una gerarchia articolata su cinque livelli: neoassunti (con stipendio bloccato per 11 anni); docente iniziale, ordinario, esperto e dirigente.
Sono i provvedimenti all’esame del governo che dovrebbe rendere note in settimana le linee generali del «piano scuola» emanando un decreto legge e un disegno di legge delega. In seguito dovrebbe partire una consultazione, non breve, con i sindacati, le famiglie e un questionario online.
Il segretario della Federazione dei lavoratori della conoscenza Domenico Pantaleo, che ieri ha presentato le proposte del «Cantiere Scuola» della Cgil, ha avvertito: «Non ammetteremo atti unilaterali da parte del governo. In tal caso la nostra risposta sarà durissima [lo sciopero generale con gli altri sindacati e gli studenti in tutte le scuole di ordine e grado, ndr]. Il governo può scegliere se vuole il confronto o il conflitto in autunno. Siamo aperti a entrambi gli esiti, dipende dagli interlocutori». Al primo punto della contro-agenda del sindacato di Pantaleo c’è il rispetto dei diritti acquisiti. Per questo gli scatti di anzianità non vanno aboliti.
«Bisogna smetterla di pasticciare sulla scuola e ripristinare i finanziamenti tagliati in questi anni – ha ribadito ieri anche il segretario generale Cgil Susanna Camusso – L’istruzione rappresenta le radici di un paese ma l’impressione è che non si vada molto oltre il reperimento di risorse all’interno delle stesso settore scolastico. Si vogliono eliminare le supplenze brevi a danno dei precari».
Dopo i tagli alla scuola da 8,4 miliardi di euro della Gelmini, il Pd sembra inoltre intenzionato ad applicare la vecchia legge Aprea sulla carriera dei docenti e il ruolo manageriali dei dirigenti scolastici presentata da Forza Italia nel 2008 e ritirata dopo una mobilitazione studentesca e con l’opposizione degli insegnanti nel 2012. Una contraddizione che, se confermata, finirà per accendere le polveri nel mondo della scuola.
In attesa che Viale Trastevere e Palazzo Chigi si chiariscano le idee, dopo settimane di propaganda pasticciata e caotica, Flc-Cgil ha presentato una proposta articolata che prova a spiazzare il classico argomento sui «sindacati conservatori» contrapposti al «governo modernizzatore», puntando sull’innovazione.
La proposta prevede il potenziamento delle ore di laboratorio in tutte le scuole, e non solo nei tecnici e nei professionali; l’aumento dell’obbligo scolastico a 18 anni (oggi è a 16) e di quello della scuola dell’infanzia. Si parla di garantire il tempo pieno alla primaria, di rivedere i cicli scolastici e di ripristinare il biennio unitario nella scuola superiore, abolito dalla Gelmini.
Il sindacato accetta l’ipotesi di aprire le scuole fino alle 22, come proposto (forse) dal governo, per favorire l’aggregazione sociale. Il personale dev’essere adeguatamente retribuito. Nessuno spazio ai privati». C’è anche la proposta sull’orario potenziato per rispondere alle esigenze legate ai compiti aggiuntivi su base volontaria e retribuita. Uno strumento utile per fare emergere il sommerso, cioè tutte le ore lavorate dai docenti, ma sempre nell’ambito del contratto che tuttavia i ogverni sembrano intenzionati ad abolire.
Tutto passa dunque per il rinnovo del contratto nazionale. Dal 2010 a oggi, a causa del blocco, agli insegnanti lo Stato ha sottratto 80 euro al mese che, nei calcoli della Flc, corrispondono a 8.817 euro. Questa situazione ha influito sulle retribuzioni dei docenti che sono tra le più basse tra tutti i settori lavorativi. L’Italia è terzultima negli investimenti sull’istruzione nei paesi Ocse. Per un docente con oltre 15 anni di carriera lo stipendio medio annuo da da 32.833 dollari lordi (24.278 euro lordi) nella scuola dell’infanzia a 36.725 dollari lordi nella superiore (27.156 euro), quando la media Ocse è rispettivamente di 39.569 (29.259 euro) e 45.478 dollari (33.629 euro). È il segno di un pauroso impoverimento.
Il «cantiere scuola» della Cgil costa 17 miliardi di euro, un punto percentuale del Pil. Lo si può finanziare con una patrimoniale o con la cancellazione degli F35. Con questi argomenti è difficile trovare ascolto nel governo.
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