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«Condizioni vergognose per 38 ore di lavoro e la rinuncia ad altri incarichi»

«Condizioni vergognose per 38 ore di lavoro e la rinuncia ad altri incarichi»Campagna di vaccinazione

Flop del bando Arcuri per reclutare infermieri Il sindacato Nursing up denuncia: «L'Agenzia interinale spiega al candidato che deve anche acquistare a sue spese la polizza assicurativa e coprire due province senza rimborso per gli spostamenti»

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 24 gennaio 2021

Tremila medici e 12mila infermieri per la campagna vaccinale di massa, il reclutamento attraverso cinque agenzie interinali: così ha deciso la struttura commissariale retta da Domenico Arcuri. Meno di 4mila infermieri hanno inviato la domanda completa al 6 gennaio. Il compenso previsto per loro è di circa la metà di quello riservato ai medici: 3.077 euro lordi contro 6.538 euro lordi, così è scritto nel bando.

Come si traduce sul piano pratico lo spiega una delle candidate, 50 anni, libera professionista con un’esperienza ultraventennale nella sanità milanese. Al sindacato Nursing up ha raccontato: «Dall’agenzia interinale mi hanno contattato via telefono, mi hanno chiesto il vincolo di esclusività. Come potrei rinunciare ad altri incarichi per nove mesi di lavoro? Poi la proposta economica, assurda: non 3.077 euro, come viene scritto sul bando, bensì 1.940 lordi cioè poco più di 1.200 euro netti a fronte di 38 ore settimanali» cioè due ore in più di un impiego nel pubblico.

Non basta: «L’agenzia che mi ha chiamata mi ha anche reso noto che, se avessi accettato l’incarico, avrei dovuto acquistare a mie spese una polizza assicurativa per i danni civili, tutto questo per un contratto da precaria. E non è finita: pretendono anche che il mio ruolo di vaccinatore mi impegni non solo in provincia di Milano ma anche in quella di Pavia. Senza alcun rimborso spese per la benzina. Quanto mi rimarrebbe alla fine in tasca tra le spese di viaggio e l’assicurazione?». Intanto guadagnano le agenzie interinali, che stanno offrendo contratti differenti a secondo dei territori.

Il presidente di Nursing up, Antonio De Palma: «La Federazione nazionale delle professioni infermieristiche dice che ci sono 60mila liberi professionisti in Italia ma, come si è visto, solo in pochi accettano 1.200 euro al mese per lavorare 38 ore, su più province, e devono pure rinunciare ad altri impieghi. Difficile accettare le vergognose condizioni che le agenzie stanno offrendo. Insomma, in questo momento in molte regioni italiane sono gli infermieri ambulatoriali che vaccinano».

Arcuri ha annunciato l’invio di un primo gruppo di professionisti, circa 2.600, a partire dalla prossima settimana ma dovranno aumentare quando la campagna entrerà nel vivo. «Possono succedere due cose – spiega il sindacato -. Si possono utilizzare massicciamente i medici ma costerebbe il doppio. Oppure continuare a utilizzare gli infermieri ambulatoriali, come adesso, pagandoli con lo straordinario che in alcune regioni è pari a 15 euro lordi all’ora».

Eppure si sarebbe potuto fare un bando legato alle prestazioni aggiuntive degli infermieri dipendenti del Servizio sanitario nazionale: «Il comma 464 della Finanziaria ha stanziato 100 milioni di euro per l’acquisto di prestazioni vaccinali Covid, ai parasanitari sarebbero spettati 50 euro lordi all’ora – conclude il sindacato -. Invece adesso, per 15 euro lordi, rischiano la salute loro e quella delle loro famiglie inoculando vaccini nel bel mezzo di una pandemia, trattando centinaia di persone tra le quali chissà quanti sono gli infetti».

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