Con Tsipras per cambiare l’Europa e la sinistra
La lettera Un’occasione anche per Sel, se non si recinta nelle appartenenze di sempre
La lettera Un’occasione anche per Sel, se non si recinta nelle appartenenze di sempre
Il linguaggio, lo sguardo e le passioni contenute nell’appello di Barbara Spinelli e degli altri firmatari del manifesto per Tsipras rappresentano la nostra idea di Europa. Così come la convinzione che i problemi dell’Europa si affrontano sul piano continentale senza alcuna concessione alla pulsione populista che vuole riportare l’orologio della storia ai fusi orari degli Stati nazionali. L’Europa è al bivio, recita l’appello. Le politiche dell’austerità intese insieme come male necessario e medicina omeopatica, le larghe intese in Grecia, Italia e Germania, la dimensione di sudditanza in cui si vuole tenere il sud del continente parlano già di un quadro di relazioni economiche, sociali, ambientali e politiche compromesso. Serve uno scatto di orgoglio, lo spirito costituente di un processo europeo, la cultura e la pratica dei beni comuni e della conversione ecologica, serve ripensare il welfare a partire dal reddito minimo.
L’indicazione sulla scheda del 25 maggio del nome del presidente della Commissione europea è un investimento in democrazia, un’occasione per politicizzare la scelta sottraendo quote di sovranità al maglio degli accordi intergovernativi. La candidatura di Alexis Tsipras può essere un’occasione straordinaria di ripartenza, di un cambio di passo e lessico da parte di tutte le sinistre consumate dalla vocazione alla responsabilità compatibilista da un lato e dall’urlo minoritario dall’altro. Ma per voltare davvero pagina bisogna guardare oltre, non porre condizioni, evitare che la carica di novità di Tsipras venga consumata da vecchie appartenenze e dall’ideologia della società civile. Sarebbe straordinario giocare questa partita in campo aperto, credere davvero alla possibilità di successo senza cedere alla tentazione di giocare in grande per raccogliere risultati piccoli. Sel si muove sulla frontiera, nel campo inedito che va da Schulz a Tsipras per dirla con Vendola. Siamo pronti a fare la nostra parte, a giocare la nostra credibilità su questa candidatura senza camicie di forza, senza adesioni preventive a gruppi che vorremmo scassare e ricomporre. In Italia e in Europa.
*vicepresidente Regione Lazio, Sel
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