Con orsi e lupi una coesistenza possibile
Wwf “Ritieni che la presenza di orsi e lupi in zone densamente antropizzate come la val di Sole, la val di Pejo e la val di Rabbi sia un pericolo per […]
“Ritieni che la presenza di orsi e lupi in zone densamente antropizzate come la val di Sole, la val di Pejo e la val di Rabbi sia un pericolo per la sicurezza, un danno per l’economia e per la salvaguardia di usi, costumi e tradizioni locali?”: domenica 27 ottobre 2024 per rispondere a questa domanda il 63% degli aventi diritto al voto di 13 comuni della provincia di Trento si è recato alle urne.
Tra i votanti la risposta è stata plebiscitaria: il 98,58% di sì.
Nella pratica il voto non avrà conseguenze dirette: la gestione di specie protette a livello nazionale ed europeo, giustamente, non può essere decisa da 7.731 persone individuate localmente dai promotori di un voto consultivo. E del resto, è facile supporre che il risultato del voto sarebbe stato diverso se avesse riguardato tutto il Trentino e ancora di più se a votare fossero stati tutti gli italiani.
I comuni dove si è votato sono considerati tra i territori più ostili alla presenza degli orsi, ma, nonostante questo, l’affluenza è stata inferiore a quella delle ultime elezioni provinciali. Ci si aspettava una partecipazione maggiore, vista anche la campagna contro i grandi carnivori portata avanti da anni in questi luoghi, ma quasi il 40% dei chiamati al voto ha ritenuto, evidentemente, che orsi e lupi non rappresentino un pericolo tale da trovare 5 minuti per andare a votare.
Da tempo, la Provincia Autonoma di Trento, dopo aver promosso il ritorno degli orsi usufruendo anche di finanziamenti dell’Unione europea, sembra avere come unico obiettivo gli abbattimenti, finendo per adottare provvedimenti palesemente illegittimi, quasi sempre bocciati dalla magistratura amministrativa.
Complice anche l’atteggiamento delle regioni confinanti, si è rinunciato al progetto originario di espansione dell’orso sull’arco alpino, mentre in passato sono state trascurate le necessarie attività per tenere gli orsi lontani dai centri abitati come dissuasori, recinti elettrificati, bidoni anti-orso.
Scarse le azioni di comunicazione e formazione, assenti le misure adottate in tante altre parti del mondo come la chiusura di sentieri in determinati periodi dell’anno e la distribuzione di spray urticante o di campanelli agli escursionisti e altri fruitori della montagna.
Il tutto nel disinteresse del Ministero dell’ambiente che, dopo aver promosso un momento di confronto con istituzioni, tecnici e portatori di interesse a seguito della tragica morte di Andrea Papi aggredito dall’orso JJ4, è scomparso come se la gestione della specie fosse una semplice questione locale.
Temi di questa portata hanno effetti sui territori, ma non possono essere affrontati scaricando scelte e responsabilità esclusivamente su comuni di poche centinaia di abitanti.
Questo non vuol dire che i cittadini non vadano ascoltati, anzi.
Il voto di domenica, pur con tutti i limiti ricordati, rappresenta un’occasione di riflessione anche per il movimento ambientalista che deve aumentare l’impegno a confrontarsi con chi, in buona fede, manifesta preoccupazioni e disagi.
Se è vero che vi sono stati colpevoli ritardi e strumentalizzazioni da parte di una certa politica, ciò non toglie che la conservazione vada fatta insieme alle popolazioni locali, che le soluzioni ai problemi reali vadano trovate insieme e che il percorso per arrivare alla coesistenza vada sempre ricercato, soprattutto quando è difficile.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento