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Con i palestinesi Gantz e Lapid non diversi da Netanyahu

Con i palestinesi Gantz e Lapid non diversi da NetanyahuI leader di "Blu e bianco" Benny Gantz e Yair Lapid – LaPresse

Elezioni israeliane La lista elettorale "Blu e bianco" ha diffuso il suo programma. La soluzione proposta per l'occupazione dei Territori palestiensi si discosta ben poco da quella della destra.

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 7 marzo 2019
Michele GiorgioGERUSALEMME

Nei Territori occupati il dopo-Netanyahu non sarà tanto diverso dagli ultimi dieci anni. Non prevede novità di rilievo nel rapporto tra Israele e i palestinesi il manifesto politico diffuso ieri di “Blu e bianco”, la lista elettorale centrista nata dall’alleanza tra i partiti “Hason L’Yisrael” dell’ex capo di stato maggiore Benny Gantz e “Yesh Atid” del giornalista Yair Lapid, data da tutti i sondaggi in netto vantaggio rispetto al Likud, il partito in grande affanno dopo l’annuncio che il premier e suo leader sarà incriminato per corruzione. Gantz e Lapid si dicono determinati ad agire per una separazione fra gli israeliani e i palestinesi e favorevoli a negoziati ma si astengono dall’indicare la creazione di uno Stato palestinese indipendente come l’obiettivo finale della trattativa. Insistono piuttosto sulla sicurezza di Israele, ad ogni costo. Parole che hanno gelato Ramallah, dove, non è un mistero, il presidente palestinese Abu Mazen e il suo entourage scommettono sulla sconfitta di Netanyahu, leader di governi ultranazionalisti e antipalestinesi.

«Avvieremo una conferenza con gli Stati arabi desiderosi di stabilità regionale – si legge nella piattaforma elettorale – ed intensificheremo il processo di separazione dai palestinesi riaffermando il nostro impegno irrinunciabile a difendere le necessità di sicurezza di Israele e la libertà di manovra delle nostre forze armate». “Blu e bianco” esclude categoricamente un “disimpegno” israeliano in Cisgiordania ossia un nuovo ritiro unilaterale di soldati e coloni, come quello ordinato nel 2005 a Gaza dall’ex premier Ariel Sharon. E precisa che «Ogni decisione diplomatica di portata storica necessiterà o una maggioranza speciale alla Knesset oppure un referendum». Per Gantz e Lapid la libertà e i diritti dei palestinesi sotto occupazione non sono legati al rispetto da parte di Israele delle risoluzioni internazionali bensì a decisioni che in ogni caso prenderanno solo gli occupanti.

“Blu-bianco” assicura che allontanerà l’Iran dai confini israeliani e tornerà ad applicare una politica di «ambiguità militare». Israele manterrà un totale riserbo sulle sue attività militari nella regione. Non propone l’evacuazione delle colonie, al contrario parla di «rafforzamento delle zone omogenee di insediamento ebraico in Cisgiordania», della valle del Giordano come confine orientale di Israele e di Gerusalemme «capitale eterna» di Israele. È un programma di destra. La differenza rispetto alla politica svolta da Netanyahu sarà, se Gantz e Lapid vinceranno le elezioni e formeranno un governo, un atteggiamento più dialogante con Abu Mazen rispetto al premier israeliano in carica che tratta il presidente palestinese come un “nemico”.

Ieri la Commissione elettorale israeliana, di strettissima misura, 16 favorevoli e 15 contrari, ha approvato la partecipazione alle legislative del partito razzista “Otzma Yehudit”, parte di una coalizione di estrema destra nata per l’intervento di Netanyahu.

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