Con i 5 Stelle alle prossime regionali? Il sindaco Sala: «Not in my name»
Giuseppe Sala – Lapresse
Politica

Con i 5 Stelle alle prossime regionali? Il sindaco Sala: «Not in my name»

«Una mano al centrosinistra ma da Milano»
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 28 luglio 2022

Che cosa farà Beppe Sala: se lo chiedono in molti, non solo a Milano. L’incontro di due giorni fa a Roma tra il sindaco, il ministro degli Esteri e leader di Insieme per il futuro, Luigi Di Maio e il segretario del Pd Enrico Letta segue di poche settimane quello avvenuto il 6 luglio scorso a Palazzo Marino tra il primo cittadino e l’ex grillino di Pomigliano d’Arco.

Bocche cucite sui contenuti, anche dalle fonti parlamentari che per prime avevano fatto trapelare la notizia del rendez-vous romano. Poi, è lo stesso Sala a prendere la parola: lo fa al Tg1 dell’ora di pranzo di ieri spiegando che “la lista di Di Maio è la lista di Di Maio” e che la sua è una collaborazione che non prevede “ruoli operativi” ma solo partecipazione perché è composta “di giovani e deve essere costituita in pochi giorni”.
Sala si è smarcato da possibili coinvolgimenti garantendo che l’unico suo ruolo possibile è “a Milano e questo lo dico con certezza. Escludo quindi ogni mia candidatura ed escludo che il mio nome sarà su qualunque lista”. Poi ha spiegato che il suo coinvolgimento accanto al Pd – il sindaco meneghino non è iscritto ai dem – è dovuto alla volontà di “dare una mano, in un momento in cui non si possono porre veti. Anzi – ha aggiunto – è il momento di raccogliersi attorno a un’idea progressista, popolare e di centrosinistra, che è la mia parte politica, perché non credo che l’esito delle elezioni sia scontato come in molti dicono”.

Dichiarazioni – dal suono più simile a giustificazioni – che non hanno né placato le preoccupazioni dei milanesi, che gli chiedono “maggiore presenza e concretezza per la città”, né zittito le critiche delle opposizioni a Palazzo Marino. Tutt’altro: il capogruppo della Lega in Consiglio comunale, Alessandro Verri, ha addirittura chiesto che il sindaco chiarisca “al più presto le proprie intenzioni” dicendo che “Milano non può avere un sindaco a metà servizio, che ha la testa da un’altra parte”.

Le bordate, però, gli arrivano anche dai “big”: Fabrizio Cecchetti, vice capogruppo della Lega alla Camera e coordinatore del Carroccio in Lombardia lo invita a considerare “gli enormi problemi di degrado e sicurezza” di cui sarebbe vittima la città. Problemi per i quali “c’è bisogno di un sindaco a tempo pieno, non di uno part time”.

E se gli avversari lo pungolano per l’impegno su scala nazionale, non gli va meglio sul fronte Pirellone. Ieri mattina, infatti, a margine della commemorazione della strage mafiosa di via Palestro, a Milano, il sindaco aveva fatto sapere agli amici del Pd la sua contrarietà all’alleanza regionale con il M5s per la partita che si giocherà in primavera. “Not in my name”, è stata la frase di Sala. “Sono stato uno dei primi, anni fa, a dire ‘guardiamo ai cinque stelle, al loro elettorato e alle loro idee. Però dopo quello che è successo e col posizionamento che stanno avendo, non credo sia possibile. Anzi, ho sollecitato Letta sulla scelta del candidato”.

Non si è fatta attendere la risposta dei grillini lombardi che hanno rispedito al mittente le accuse bollando come “ininfluenti” i pareri di Sala sulla partita delle regionali. Partita che, al momento, non ha ancora visto scendere ufficialmente in campo i due capitani.
Se il centrosinistra tentenna, anche il centrodestra – tra lotte interne per la leadership e dimostrazioni muscolari – non è ancora riuscito a fare sintesi sul nome del candidato. La Lega continua a sostenere che spetti ad Attilio Fontana, ma le frequenti incursioni di Letizia Moratti, apparentemente come battitore libero, corteggiata un po’ da destra e un po’ da Azione di Carlo Calenda, lasciano intendere che la decisione finale è ancora lontana.

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