Comunione e liberazione, Carrón cede al papa e lascia
Vaticano Presidente del movimento da oltre 15 anni, aveva superato i limiti decisi da Bergoglio. Francesco aveva già commissariato i Memores Domini, associazione laicale di Cl
Vaticano Presidente del movimento da oltre 15 anni, aveva superato i limiti decisi da Bergoglio. Francesco aveva già commissariato i Memores Domini, associazione laicale di Cl
Il presidente di Comunione e liberazione, don Julián Carrón, dopo oltre quindici anni, lascia la guida del movimento cattolico fondato da don Luigi Giussani. Le dimissioni sono arrivate ieri, con un messaggio pubblicato sul sito web di Cl. «In questo momento così delicato della vita del movimento – scrive Carrón -, ho deciso di presentare le mie dimissioni da presidente della Fraternità di Comunione e liberazione, per favorire che il cambiamento della guida a cui siamo chiamati dal santo padre attraverso il decreto sull’esercizio del governo all’interno dei movimenti si svolga con la libertà che tale processo richiede».
IL DECRETO A CUI CARRÓN fa riferimento è stato emanato a giugno dal Dicastero vaticano per i laici, la famiglia e la vita ed è entrato in vigore a settembre. Esso si inserisce all’interno di una strategia di maggiore attenzione – se non di una vera e propria stretta – dettata da papa Francesco nei confronti dei movimenti, per evitare derive personalistiche o abusi di potere: dall’allontanamento di Enzo Bianchi dalla Comunità di Bose, allo scioglimento del Movimento apostolico in Calabria, al maggior controllo sui Focolarini. Il testo prevede che il mandato alla guida di un movimento duri al massimo cinque anni e sia rinnovabile per una sola volta. Trascorso il limite di dieci anni consecutivi, la rielezione è ancora possibile, ma dopo un quinquennio “sabbatico”, senza incarichi dirigenziali.
Carrón è abbondantemente fuori dai limiti. Designato da Giussani come proprio successore, alla morte del fondatore, nel 2005, viene eletto presidente della Fraternità di Comunione e liberazione. Da allora è ininterrottamente alla guida del movimento. Avrebbe dovuto lasciare l’incarico nel settembre 2023, la scadenza imposta dal decreto vaticano per adeguarsi alle nuove regole. Con le dimissioni di ieri, decide di farsi da parte con quasi due anni di anticipo. Ora toccherà alla Diaconia centrale, l’organo di governo di Cl, eleggere il nuovo presidente.
LE DIMISSIONI di Carrón non sono improvvise. Quasi due mesi fa, infatti, papa Francesco ha commissariato i Memores Domini, l’associazione laicale di Comunione e liberazione, i cui componenti (circa 1.500 in tutto il mondo), che spesso vivono in comunità, si impegnano a praticare castità, povertà e obbedienza, anche se il suo membro più illustre, l’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, non sembra aver aderito alla lettera ai precetti. Da anni, infatti, il Vaticano chiedeva alla presidente dei Memores, Antonella Frongillo, e al consigliere ecclesiastico, appunto Carrón, di modificare lo statuto dell’associazione, avendo ravvisato delle criticità rispetto alla libertà individuale e al diritto alla riservatezza dei componenti.
Di fronte al nulla di fatto, lo scorso 25 settembre, il papa ha deciso il commissariamento, nominando monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e ciellino egli stesso, come proprio delegato con pieni poteri di governo sull’associazione; e affiancandogli un canonista gesuita, padre Gianfranco Ghirlanda, il quale peraltro anni fa fu inviato a seguire i Legionari di Cristo dopo il caso di padre Marciale Maciel, il fondatore della congregazione riconosciuto colpevole, anche dal Vaticano (dopo essere stato protetto per anni da papa Wojtyla e dal cardinal Sodano), di aver compiuto abusi e violenze sessuali su decine di seminaristi e su alcuni dei suoi figli.
CHE I RAPPORTI fra Julián Carrón e papa Francesco fossero tesi risulta evidente anche dal fatto che lo scorso 16 settembre – alla vigilia del commissariamento dei Memores -, quello che era ancora la guida di Comunione e liberazione aveva disertato un incontro in Vaticano con leader dei movimenti. Ora arrivano le dimissioni di Carrón, evidentemente presentate su richiesta dello stesso papa Bergoglio, per evitare una ben più rumorosa destituzione.
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