Politica

Comunali toscane senza rendite di posizione

Comunali toscane senza rendite di posizionePiazza del Campo a Siena

Elezioni amministrative Nel 2018 a Pisa, Siena e Massa il centrodestra fece l'en plein, ora Pd e alleati cercano la rivincita. Quasi certi i ballottaggi, anche a Campi Bisenzio dove aveva vinto il centrosinistra.

Pubblicato più di un anno faEdizione del 13 maggio 2023

Sono 321mila i toscani chiamati al voto domenica per il rinnovo di 22 amministrazioni comunali, e sono solo sei i centri con più di 15mila abitanti dove si apriranno le urne. Eppure non è una tornata minore, perché nel 2018 nelle tre città capoluogo Pisa, Siena e Massa al centrodestra riuscì l’en plein, sia pure ai ballottaggi e con forti connotazioni civiche nelle coalizioni vincenti. Quel risultato, che seguiva di tre mesi l’esito delle elezioni politiche vinte da due forze populiste come il M5s prima maniera e la Lega salviniana, chiuse col botto la lunga stagione toscana delle rendite di posizione di sinistra e centrosinistra. Soprattutto nel voto municipale, quello più di prossimità, dove al giudizio sull’amministrazione uscente si aggiungono i bisogni e le aspettative degli elettori sul futuro della “loro” città.
In uno scenario frastagliatissimo, con 71 candidati a sindaco, 142 liste presentate e un esercito di potenziali consiglieri comunali, l’unica certezza della vigilia è che solo a fine mese, con i ballottaggi, si conosceranno i futuri sindaci delle tre città capoluogo e di Campi Bisenzio, che con i suoi 50mila abitanti al confine con Firenze è un ulteriore, importante test per le forze politiche. Ballottaggi che appaiono evidenti non solo ai sondaggisti, visto l’affollamento che c’è ai nastri di partenza: sei candidati sindaco a Pisa, otto a Massa, otto anche a Siena e cinque a Campi. A chiudere il cerchio dei comuni sopra i 15mila abitanti, Pietrasanta con quattro candidati sindaco e Pescia, nel pistoiese, con cinque.
Le partite più intriganti sono quelle di Pisa e di Campi Bisenzio. Nella città della Torre pendente il sindaco uscente e ricandidato, il leghista Michele Conti, punta a confermarsi forte del sostegno di Fdi, Lega, Fi e di tre liste civiche di area. Il suo principale sfidante è Paolo Martinelli, ex presidente delle Acli locali, sostenuto da Pd e M5s insieme – caso unico in Toscana – e dalla coalizione Si-Verdi-Sce. Pisa è anche l’unico comune toscano nel quale l’accoppiata Renzi-Calenda non si è divisa, candidando la cardiologa Rita Mariotti. A chiudere il cerchio delle forze capaci di superare lo sbarramento del 3% c’è la sinistra di alternativa Una città in comune-Rifondazione comunista, con il consigliere uscente Ciccio Auletta che ha fatto una efficace opposizione ai progetti della destra, dalla base militare di Coltano ai tentativi di favorire l’overtourism e lo sfruttamento degli studenti fuorisede dei tre atenei cittadini. Il tutto a scapito dei residenti, penalizzati dal caro affitti e dai tremila appartamenti erp non ristrutturati in città.
L’ultima, pesante variabile della campagna elettorale pisana è quella legata al futuro dell’aeroporto intercontinentale Galilei, non considerato strategico da Enac a vantaggio dello scalo fiorentino Vespucci, che il sindaco Nardella e il presidente regionale Giani vogliono potenziare – con il placet del governo e soprattutto del ministro Salvini – con un nuovo terminal e una nuova pista da 2.200/2.400 metri. L’aeroporto fiorentino è materia incandescente non solo a Pisa ma anche a Campi Bisenzio, fortemente contraria al potenziamento dello scalo, dove non per caso il Pd corre in solitaria con Leonardo Fabbri, mentre tutte le forze di sinistra e il M5s sostengono Andrea Tagliaferri, il centrodestra è diviso fra Paolo Gandola (Forza Italia e Lega) e Antonio Montelatici (Fdi), e Matteo Renzi punta su Riccardo Nucciotti.
Centrodestra diviso anche a Massa, dove lo sfiduciato sindaco uscente Francesco Persiani cerca il bis con l’appoggio di Lega e Forza Italia, trovando come avversario il suo ex assessore ai lavori pubblici Marco Guidi, sostenuto da Fdi. La divisione potrebbe avvantaggiare Enzo Ricci, segretario comunale dem che oltre al Pd è candidato dell’Alleanza Verdi Sinistra e dell’ex parlamentare Fabio Evangelisti che ha dalla sua tre liste civiche. A chiudere il cerchio M5s e Unione Popolare che corrono insieme e candidano l’attivista sociale Daniela Bennati, ben conosciuta nel mondo del volontariato.
Infine Siena, dove dopo l’esperienza della giunta De Mossi il centrodestra unito punta su Nicoletta Fabio, mentre Anna Ferretti è la candidata di un centrosinistra formato da Pd, Indipendenti e Progressisti-Sinistra Italiana. Fra gli otto candidati sindaco c’è spazio per i “civici” Fabio Pacciani (con ben sette liste a sostegno), Massimo Castagnini lanciato proprio dall’ex sindaco De Mossi, ed Emanuele Montomoli che corre in proprio dopo essere stato il candidato mancato del centrodestra perché massone dichiarato. Completano il quadro Roberto Bozzi di Azione, Alessandro Bisogni per Siena Popolare che dà voce alla sinistra di alternativa, ed Elena Boldrini per un M5s che nella città del Palio corre in solitaria.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.



I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento