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Comunali a Vienna: tracollo della xenofoba Fpoe, vittoria dei socialdemocratici

Comunali a Vienna: tracollo della xenofoba Fpoe, vittoria dei socialdemocraticiMichael Ludwig – Ap

Austria Successo della Spoe di Michael Ludwig che con il 42% si riconferma nella sua roccaforte. Bene anche i Verdi, alleati al governo cittadino, saliti dall’11,8 al 14%

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 13 ottobre 2020

Tracollo oltre le previsioni più nere della xenofoba Fpoe domenica alle comunali di Vienna. Un meno 23%, dal 30, 8 del 2015 al 7,7%. Finiti i tempi dell’inarrestabile ascesa. La nuova lista Team H.C. Strache dell’espulso ex grande capo travolto dagli scandali va anche peggio. Ferma al 3,6% ha mancato il quorum.

 

Il grande sconfitto Heinz-Christian Strache /Ap

La carriera dell’ex uomo forte amico di Salvini è data per finita. Grande vittoria col 42,2% del partito socialdemocratico (Spoe) di Michael Ludwig, nella sua roccaforte di sempre. Sindaco da due anni si è presentato la prima volta al vaglio degli elettori superando la soglia del 39,6 dei voti ottenuti dal suo predecessore Michael Haeupl, sindaco per 25 anni. Un risultato non scontato considerata la crisi vissuta dalla Spoe di Vienna divisa tra un ala ‘operaista’ presunta destra dei grandi quartieri di periferia, e un area ‘bo-bo’, radical chic presunta sinistra delle zone più centrali.

Ludwig, appartenente alla prima, noto per mitezza e pazienza è riuscito a ricomporre le fazioni, anche per aver scelto una squadra di assessori di personalità forti e plurali. 59 anni, già assessore per la casa, profilo del politico classico di un tempo, cresciuto e vissuto nel partito, in un Gemeindebau, casa comunale a Floridsdorf quartiere operaio di periferia dove tutt’ora vive.

Proprio nei quartieri operai la Spoe negli anni ha perso molti voti a favore della Fpoe. Secondo i flussi elettorali elaborati dall’istituto Sora questi voti persi sono stati parzialmente recuperati, l’incremento dei voti proviene dai quartieri operai. Dall’altro canto, nei quartieri centrali della città la Spoe ha perso dei voti a favore dei Verdi. Anche loro domenica hanno vinto. La lista capeggiata dalla vicesindaca uscente Birgit Hebein, un passato di attivista nelle lotte sociali e per la pace è salita dall’11,8 al 14%. Risultati che sono un segno evidente di grande consenso per la coalizione rosso verde che governa Vienna dal 2005.

Un successo ha potuto segnare anche il partito popolare (Oevp) del cancelliere Sebastian Kurz. A Vienna aveva schierato il suo ministro delle finanze Gernot Bluemel. È secondo, con il 18,8%, cresciuto di un 9,6%. Rimane un distacco enorme dalla Spoe. È fallito poi l’obbiettivo di Kurz di marcare una più massiccia presenza popolare a Vienna ambita intorno al 25%. La Oevp ha assorbito un terzo dei suoi voti dal serbatoio di elettori fuggiti dalla Fpoe, uniti dalla stessa linea dura anti-migranti Fpoe e Oevp in parlamento hanno votato insieme una mozione contro l’accoglienza di bambini dal campo di Moria, voluta da un vasto schieramento nel paese.

Successo anche per i Neos, gruppo paragonabile forse ai radicali in Italia arrivati al 7,8, aumentando di un 1,7%. Una nuova lista links sinistra, ha ottenuto il 2%, sotto il quorum, entrerà però in qualche circoscrizione.

Bassa la partecipazione al voto, al 62,7%, nel 2015 era stata al 74,7. Le cause indicate sono l’astensione dal voto di oltre un terzo degli ex elettori della Fpoe, della mancanza di un duello per il posto del sindaco che mobilitava gli elettori e infine anche il Covid. Un 40% infatti ha votato per posta, schede ancora non scrutinate ma calcolate nell’esito finale lasciando un margine circa dell’1,5%.

Il voto a Vienna /Ap

Un voto quello di domenica per lo status quo si legge in molti commenti, perché continui la stessa coalizione di governo.

I Verdi vogliono continuare la coalizione, ma anche i popolari e i Neos si offrono come partner. Ludwig non si è ancora sbilanciato sulle opzioni dichiarando di voler discutere con tutti i tre per verificare le convergenze programmatiche. Dai commentatori è ritenuto solo tattica, perché la coalizione sarà di nuovo rosso verde.

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