Commissione Ue: in arrivo 100 miliardi di euro per la cassa integrazione in Europa
Reazioni a catena Si chiama «Sure», acronimo che significa «Sicuro»: è un programma di tutela dei lavoratori che durerà fino alla fine dell’emergenza. È un fatto politico: è il primo progetto di tutela del lavoro, già proposto cinque anni fa dall’Italia. Ma non è universalistico e rischia di essere selettivo
Reazioni a catena Si chiama «Sure», acronimo che significa «Sicuro»: è un programma di tutela dei lavoratori che durerà fino alla fine dell’emergenza. È un fatto politico: è il primo progetto di tutela del lavoro, già proposto cinque anni fa dall’Italia. Ma non è universalistico e rischia di essere selettivo
Dopo cinque anni di discussioni nebulose oggi la Commissione Europea presenterà «Sure», acronimo inglese che significa «Sicuro» e sta per «supporto per mitigare i rischi della disoccupazione nell’emergenza (Covid 19)». Pur ritagliata sul finanziamento delle sole casse integrazioni e non ad esempio del cosiddetto «reddito di cittadinanza» o dell’aggiuntivo «reddito di emergenza» a cuipensa il governo. «Sure» potrebbe essere adottato in tutta Europa per coprire parzialmente i lavoratori dipendenti costretti a restare a casa per evitare il rischio contagio. Questa iniziativa è storica perché prefigura la creazione di un sistema di assicurazione contro disoccupazione e precarietà a livello sovranazionale. Per realizzarla, va detto, occorrerebbe una capacità e una volontà politica che nell’Europa intergovernativa, al momento, non esiste e impedisce la creazione di una politica fiscale e di bilancio unica. In attesa della definizione completa del progetto resta anche da capire quanto durerà l’emergenza, e dunque il finanziamento a tassi agevolati di un fondo che nelle bozze appare un’iniziativa ispirata a un universalismo selettivo rispetto all’enorme platea dei lavoratori colpiti dalle crisi.
NEL PATCHWORK di misure che l’esecutivo guidato da Ursula Von Der Leyen sta componendo nei giorni drammatici della crisi il «Sure» è una misura comunque temporanea, dovrebbe essere finanziato con 100 miliardi di euro ottenuti dall’emissione di bond. Sarà operativo quando i paesi membri stanzieranno a titolo di garanzia 25 miliardi di euro complessive. Le quote saranno proporzionate alla grandezza del prodotto interno lordo di ciascuna economia. Oltre a questa seconda linea di difesa la Commissione Ue approverà oggi una maggiore flessibilità sull’uso dei fondi strutturali sui quali sta puntando anche il governo italiano per puntellare economicamente il prossimo decreto di aprile.
Per il portavoce della Commissione Eric Mamer sarà anche avanzata la proposta di usare il bilancio Ue come sostegno diretto ai Paesi nella gestione della crisi sanitaria. Agli Stati sarà data la possibilità di spostare risorse già assegnate fra settori e regioni diverse per indirizzare i fondi verso i territori e i settori più colpiti dalla crisi. Quella di «Sure» è un’innovazione che l’Italia ha sostenuto da tempo” ha detto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri in un question time alla Camera, alludendo alla proposta fatta dal suo predecessore Pier Carlo Padoan. «Il governo italiano è al lavoro su una proposta concreta di emissione comune di titoli» ha aggiunto. Si tratta di un «Piano della ripresa e per il reinvestimento in Europa» (European Recovery and Reinvestment Plan), nuovo conio presentato ieri dal presidente del Consiglio Conte in un colloquio telefonico con Von Der Leyen. Si tratta dell’evoluzione della discussa, e respinta tra le polemiche in Italia dalla stessa Von Der Leyen, idea sui «Coronabond». Il Sure è “un passo significativo in vista di un più ampio e complessivo intervento» ha detto Conte. Quanto alla difficile trattativa in vista del prossimo Eurogruppo del 7 aprile ieri Conte ha ribadito la posizione su un Meccanismo di Stabilità europeao (Mes.Fondo Salva Stati) senza condizionalità, «Il Mes così com’è è inadeguato. Se verrà snaturato e posto nell’ambito di un ampio ventaglio di interventi, senza condizionalità preventive o successive, può essere uno strumento fra gli altri che ci offriranno la possibilità di mettere in piedi una strategia europea».
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