Una commissione d’inchiesta per la verità e la giustizia e che possa portare a giudizio le istituzioni, a tutti i livelli, su importanti e gravi fatti di cronaca che hanno attraversato, nell’impunità, gli ultimi 30 della storia del Messico: questo verrà chiesto d’istituire, con il voto popolare di domenica 1 agosto.
L’iniziativa è una sorta di offensiva culturale contro l’uso della violenza nella gestione del potere. Il periodo messo a fuoco va dal 1 dicembre 1988 al 30 novembre 2018. Ma la consulta popolare, voluta fortemente da Andres Manuel Lopez Obrador, è soprattutto un virtuoso tentativo di aprire una breccia nella storia del paese e di porre fine al dilagare della violenza sistemica.

Il Presidente avrebbe potuto istituire la commissione senza l’appoggio del voto popolare, ma se da una parte le consultazioni tipo referendum popolare sono una costante dalla sua elezione, il tentativo in atto è quello di coinvolgere la popolazione in un percorso collettivo di esodo dalla tragica storia e quotidianità fatta di violenza. Il progetto è tanto forte ed impattante che anche l’Ezln, per nulla tenero nei confronti di Amlo, ha deciso di partecipare alla consulta.

Con tanto di comunicato pubblico firmato dal subcomandante Galeano «non importa la tua età, o se sei estemporaneo o contemporaneo, se se in alto, in basso o in mezzo, se sei “chairo” o “fifí”, se preferisci la cumbias o il rock, se sei etero o “In definitiva, cosa ti importa di cosa sia o non sia?” Non farlo perché sostieni il governo o perché ti opponi. Fallo anche solo per dire a quella donna che piange l’assenza del compagno, del figlio, della sorella, della madre, del parente, del conoscente, dell’amica, del suo amore, che la sua tenace ricerca della verità e della giustizia, la sua determinazione, il suo dolore, il suo incubo, non ti passano inosservati. Fallo perché forse, al di la delle classificazioni, delle bandiere, degli scudi e degli slogan, sei un essere umano».

Non solo zapatisti e zapatiste, perché sono tante le voci di sinistra che promuovono la Consulta di domenica; Luis Hernandez Navarro, capo editorialista de La Jornada martedì 27 luglio chiudeva così un suo articolo: «A causa dell’orrore dello “Zedillismo”, e per tutti gli altri orrori che sono stati vissuti nell’ultimo mezzo secolo, è importante partecipare alla consulta del 1° agosto. Trasformala in una mobilitazione a favore di una commissione di verità e giustizia che chiarisca la moltitudine di rimostranze commesse dalle figure di potere, contro le quali si è combattuto e resistito».

L’opposizione, gli ex presidenti, le aree di potere del Messico sono mobilitate per far fallire il voto di domenica: la consultazione popolare, per essere valida e quindi portare alla commissione d’inchiesta, non solo deve ottenere almeno il 50% + 1 dei si ma deve essere sostanziata da una presenza alle urne di almeno il 40% della popolazione.