Lavoro

Commercio, 44 ore settimanali ma c’è il contratto

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Terziario La firma unitaria dopo l'interruzione dello scorso anno. Via ai sottoinquadramenti per apprendisti e disoccupati

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 1 aprile 2015

Fino a 44 ore settimanali senza che scatti lo straordinario, per un massimo di 16 settimane nell’arco dell’anno, e con il surplus di lavoro da recuperare entro i 12 mesi: lo prevede il nuovo contratto del commercio e terziario firmato ieri tra Confcommercio e Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. In pratica, hanno spiegato le stesse imprese, nei periodi di picchi di lavoro, come per esempio a natale o per i saldi, l’azienda potrà chiedere al dipendente, con un preavviso di soli 15 giorni, di lavorare 44 ore invece delle 40 canoniche, programmando il recupero dell’orario supplementare nei 12 mesi successivi.

L’accordo riguarda circa tre milioni di persone e prevede un aumento di 85 euro mensili a regime per i lavoratori al quarto livello a fine 2017. Inoltre, sono previste anche norme sul sottoinquadramento nel caso di assunzione di persone «deboli» come i disoccupati o coloro che hanno concluso l’apprendistato senza essere stati stabilizzati. Con questi lavoratori potrà essere stipulato un contratto a tempo determinato di 12 mesi, con 6 mesi sottoinquadrati di due livelli, e altri 6 mesi di un livello (quest’ultimo è concesso per altri 24 mesi in caso di trasformazione in tempo indeterminato).

Il contratto è in vigore dal 1 aprile 2015 al 31 dicembre 2017. Fino al 31 marzo prosegue la vigenza del vecchio contratto (teoricamente doveva scadere a fine 2013) ma per il 2014 e i primi tre mesi del 2015 non sono previste «una tantum». Probabilmente un effetto della deflazione, che su altri tavoli contrattuali aveva portato addirittura le parti datoriali a chiedere una restituzione degli aumenti concessi negli anni scorsi.

«L’intesa – notano i confederali – oltre all’aumento di 85 euro, riconosce un elemento di garanzia per il secondo livello: 90 euro per le aziende con più di 10 dipendenti e 80 euro per quelle al di sotto di questa soglia». «Sul versante normativo – continuano – si introduce il sistema di classificazione del personale dell’Ict (tecnologie dell’informazione e della comunicazione), da tempo una parte importante e innovativa del terziario avanzato».

«Sul tema del mercato del lavoro – concludono Filcams, Fisascat e Uiltucs – nel confermare le percentuali di utilizzo del contratto a termine, le parti hanno stabilito l’estensione della normativa sull’apprendistato – con la percentuale di conferma del 20%- a tutte le aziende del settore indipendentemente dalla dimensione».
«In un periodo storico così difficile la ripresa della trattativa, dopo l’interruzione di giugno scorso, e la sigla di un contratto nazionale, è un segnale significativo», dice Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale Filcams Cgil. «È un primo segnale positivo – commenta Carmelo Barbagallo, leader Uil – E arrivano buone notizie anche dal fronte bancari, siamo vicini alla firma».

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