Come rendere migliori le biblioteche secondo David Lankes
Scaffale In un libro, le possibilità innovative del mestiere di bibliotecario, dalla lotta al razzismo alla cura sociale
Scaffale In un libro, le possibilità innovative del mestiere di bibliotecario, dalla lotta al razzismo alla cura sociale
R. David Lankes è il direttore della Scuola di scienze dell’informazione presso l’università del South Carolina e autore di due rivoluzionari testi sull’attività di biblioteche e bibliotecari: L’Atlante della biblioteconomia moderna (2011, pubblicato in italiano da Editrice Bibliografica nel 2014) e The new librarianship field guide (Mit Press, 2016). Il concetto portante della visione lankesiana – la biblioteca centrata non sulle collezioni, ma sulle capacità dei bibliotecari di promuovere e far migliorare il benessere (non solo) informativo della propria comunità avendo come competenza fondamentale quella di essere facilitatori delle «conversazioni» alla base della conoscenza considerata pertanto come elemento sociale – ha prodotto entusiasmo e discussioni nella comunità bibliotecaria italiana tanto che Lankes è stato in più occasioni invitato in incontri e convegni.
Nelle scorse settimane è stato pubblicato, sempre da Editrice Bibliografica, col titolo Biblioteche innovative in un mondo che cambia un altro suo testo del 2012, Expect More: Demanding Better Libraries For Today’s Complex World (gratuitamente disponibile in ebook in inglese, francese, portoghese e tedesco sul sito dell’autore: https://davidlankes.org).
L’EDITORE ITALIANO è specializzato in testi dedicati a bibliotecari e a professionisti dell’informazione, ma in realtà Expect More (cioè: Aspettatevi di più: esigere biblioteche migliori per il complesso mondo attuale) è pensato come un libro per invitare i membri delle comunità a richiedere dalle loro biblioteche un maggior numero di servizi di migliore qualità. Lankes sembra riprendere la famosa tesi su Feuerbach dove Marx incita a trasformare il mondo che i filosofi si sono limitati a interpretare. Allo stesso modo per Lankes i bibliotecari non devono restare dietro ai banconi in attesa degli utenti e li investe del compito esplicitamente politico di cambiare il mondo, come quando l’associazione professionale americana si è mobilitata in difesa della privacy degli utenti contro le leggi speciali varate dopo l’11/9, o oggi quando l’Ifla (la federazione internazionale delle associazioni bibliotecarie) supporta in un comunicato le manifestazioni contro il razzismo: https://www.ifla.org/node/93126.
LA CURA DELLE COLLEZIONI e la promozione della lettura non sono impegni sufficienti a giustificare le risorse investite: le biblioteche devono verificare quali servizi e iniziative siano maggiormente utili e realizzabili per promuovere la comunità in un rapporto biunivoco con i suoi membri (che in cambio devono attivamente sostenerle) e, in momenti critici, devono proporsi come shelter from the storm: così è avvenuto nella Free Library di Philadelphia che, invece di cacciare i senzatetto, ha offerto loro lavoro con la cura della pulizia dei locali e la gestione del bar interno. O nelle molte biblioteche che hanno attivato servizi (corsi, assistenza, pc e wi-fi gratuiti, ecc.) per le persone che cercavano lavoro dopo la crisi economica. O, ancora più drammaticamente, a Ferguson nel Missouri dove la biblioteca ha fornito cibo e spazi per la scuola dei ragazzi durante le rivolte razziali o nelle biblioteche di Calgary e di New York City che hanno offerto rifugio ai cittadini durante calamità naturali.
Indicazione interessante, tenendo conto che il libro è stato pubblicato in Italia durante il lockdown quando, a fronte di tanti bibliotecari impegnati ad offrire servizi alternativi e a distanza come videoletture, corsi e incontri in streaming, molti altri invocavano la chiusura totale dei servizi e il completo svuotamento del personale delle istituzioni, arrivando a denunciare chi tentava di mantenere vivo il servizio con prestiti «a domicilio» portati da volontari e azzerando anche un servizio tipicamente a distanza come la fornitura dei documenti.
Ma forse è proprio qui la lezione più importante e dura da apprendere: nella biblioteca come cuore pulsante della capacità di produrre conoscenza da parte della comunità i bibliotecari devono trovare soluzioni non solo a problemi catalografici ma alle esigenze che s’intrecciano alla vita della comunità stessa e dei suoi cittadini.
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