Come le piante possono aiutare a risolvere i crimini insoluti
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Come le piante possono aiutare a risolvere i crimini insoluti

Mondo vegetale «Un albero non mente mai» è l’assunto di David J.Gibson divulgatore scientifico e docente di Biologia vegetale alla Southern Illinois University Carbondale, alla base del suo Cluedo Botanico sorprendente trattato […]
Pubblicato circa 14 ore faEdizione del 31 ottobre 2024

«Un albero non mente mai» è l’assunto di David J.Gibson divulgatore scientifico e docente di Biologia vegetale alla Southern Illinois University Carbondale, alla base del suo Cluedo Botanico sorprendente trattato di botanica forense tradotto per il Saggiatore da Allegra Panini.

Il libro racconta di come le piante possano risolvere i crimini, di come esse rivestano il ruolo di investigatori ma anche di testimoni silenziosi, eppure loquacissimi se debitamente interpellati.

Il punto, spiega Gibson, è che alle piante non ci si rivolge: non le si considera pilastri del nostro ecosistema, ma neanche patrimonio di indizi per venire a capo di umane cure. L’autore riporta un concetto formulato da James H.Wandersee e Elisabeth E. Schussler, quello di cecità alle piante attitudine che causa spesso la perdita di prove chiave che potrebbero determinare le sorti di processi civili e penali.

LA PRIMA PARTE DEL LIBRO è la ricognizione di una serie di crimini a lungo cold case nella cui risoluzione il mondo vegetale ha svolto un ruolo determinante; con freddezza da anatomopatologo Gibson rievoca cronache efferate di rapimenti, violenze, omicidi in qualche misura, se possibile, ingentiliti dall’incursione nel mondo delle piante.

Il biologo racconta di complessi di specie vegetali che hanno offerto informazioni utili per localizzare e datare sepolture clandestine, passa in rassegna i possibili elementi probatori ricollegati alla vegetazione che cresce nelle tombe; considera persino l’analisi gastrica dei residui di alcune ultime cene (vegetali): esame che in certi casi ha riportato alla ricostruzione di interi menù di insalate serviti in specifici fast food stabilendo così un legame tra luoghi, persone sospette e vittime.

CI SONO STATI CASI in cui le piante sono state fondamentali per distinguere casi di omicidio da incidenti o suicidi, grazie, ad esempio, al rinvenimento di rami spezzati nei capelli riconducibili a certe piante di ringhiera oltre quali la vittima si è tolta la vita.

Il legno in particolare è dotato di una strana eloquenza, capace, per dirne una, di far risalire all’autore di un delitto a partire dai frammenti di una scala usata per il crimine; per non parlare delle alghe le cui dinamiche di persistenza sui vestiti sono note alla scienza e ne fanno reperti ambiti in ambito forense.

Importantissimi anche i funghi: talvolta armi del delitto possono servire anche per stimare il tempo trascorso dal momento di un decesso, per calcolare il momento in cui un cadavere è stato abbandonato o nascosto, per individuare i corpi.

MENO MACABRI ma molto istruttivi i capitoli dedicati alla mappatura del Dna vegetale e quello sulla farmacopea forense: i veleni vegetali, dalla cicuta di Socrate alla belladonna chiamata così perché usata nel Rinascimento in cosmesi in virtù della sua capacità di dilatare le pupille e rendere gli occhi più grandi; l’effetto che oggi si persegue col filtro nell’iPhone era reso possibile dalla presenza nella pianta di atropina, alcaloide con effetti potenzialmente letali.

IL MONDO VEGETALE fornisce materia per i criminologi e penalisti anche quando, non di rado, le piante diventano oggetto di contrabbando, sorte che tocca soprattutto a orchidee, piante carnivore, olio di bois de rose, legno di alberi tropicali in via di estinzione, e anche di questo nel libro si parla diffusamente.

Soprattutto però la ribalta mediatica e giudiziaria si intreccia al mondo vegetale quando i fiori del male sono i papaveri da cui si ricavano oppiacei assortiti: cocaina, doda (nota come «l’eroina dei poveracci» ricavata tritando bucce e semi delle capsule e sempre più in voga), eroina, morfina e codeina.

La natura è prodiga di altre droghe quali, tra le altre, la cannabis, la kava e il kratom, queste ultime due spesso confuse. Il kratom, albero tropicale sempreverde, usato anche legalmente per alleviare disturbi legati al dolore cronico, viaggia non di rado in modo fraudolento in confezioni etichettate come «incenso» o «pigmento per vernici».

Il libro: Cluedo botanico di David J.Gibson, Il Saggiatore, 17,60 euro

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