Dopo il grande successo nel 2017 dell’album Ti amo, i Phoenix ritornano sulle scene con un nuovo disco in uscita il prossimo 4 novembre dal titolo Alpha Zulu. Per la band francese capitanata da Thomas Mars, che suonerà a Milano il 18 novembre all’Alcatraz, è un ritorno alla spensieratezza electrodance di album come United e Alphabetical, produzioni che nei primi anni 2000 li resero protagonisti della scena French Touch.
«Alpha Zulu è stato un disco decisamente rapido, sotto tutti i punti di vista» ci racconta al telefono il chitarrista Christian Mazzalai «Thomas ha scritto subito i testi delle canzoni e le parti strumentali sono state quasi tutte composte e registrate durante i primi dieci giorni in studio. Quando Thomas ha iniziato a incidere, continuava a ripetere come un mantra quell’espressione, “Alpha Zulu”, senza ricordarsi dove l’aveva sentita. Per questo lo abbiamo scelto come titolo, riassume perfettamente la creazione dell’album visto che molti elementi sono usciti dal nostro subconscio e anche con una certa urgenza».

E SOTTOLINEA: «Rispetto al passato, non volevamo controllare troppo le emozioni e nemmeno dare un’identità ben definita a tutte le tracce. Ti amo era focalizzato sull’amore che abbiamo per l’Italia, volevamo creare una visione “romantica” da una prospettiva francese sul Belpaese. Non quella di Berlusconi ma quella di Battisti e Battiato». L’album è stato composto e registrato al Musée des Arts Décoratifs di Parigi, che si trova al Palais du Louvre, un luogo che sembra inconsciamente aver ispirato la cover dell’album ma anche brani come Artefact, la title track e la trascinante All Eyes On Me «Anni fa avevamo scoperto che all’interno del museo avrebbero presto inaugurato delle residenze artistiche e ci siamo subito interessati. Ogni disco lo realizziamo in un posto diverso. Ci piace l’idea di un territorio vergine e quando abbiamo iniziato a comporre lì era anche chiuso per la pandemia. Ci sentivamo un po’ come i protagonisti di Bande à part di Jean-Luc Godard nella famosa scena al Louvre. Inevitabile essere influenzati da tutta la bellezza che avevamo intorno». Anni fa avevamo scoperto che all’interno del museo avrebbero inaugurato residenze artistiche, e ci siamo interessati. Ci piace l’idea di un territorio vergine dove sperimentareAlpha Zulu è anche un disco di «prime volte» per Christian e soci. Da sempre abituati a comporre insieme, e quasi mai individualmente, la band ha scritto per la prima volta una canzone «da remoto», la bellissima e malinconica Winter Solstice. «Suoniamo da trent’anni e abbiamo sempre composto tutti e quattro insieme. Crediamo fortemente che la nostra alchimia sia molto più potente delle nostre individualità. C’è da dire che abbiamo passato lunghi periodi separati a causa del lockdown e così abbiamo provato a comporre in maniera diversa. Abbiamo spedito a Thomas quel loop musicale e gli abbiamo chiesto di registrare una sorta di flusso di coscienza. Una canzone unica nel nostro repertorio, sia per stile che per modalità di composizione».

ALTRA NOVITÀ è la presenza di un guest vocalist, nella fattispecie Ezra Koenig dei Vampire Weekend che duetta con Thomas nella travolgente Tonight «Di solito non collaboriamo con nessuno, una delle poche regole che abbiamo sempre avuto. Per quella canzone invece è stato diverso. Abbiamo trascorso le vacanze estive dello scorso anno a Bernalda in Basilicata ed Ezra ci ha raggiunti, diventando piano piano parte della nostra famiglia. Sentivamo fin da subito che la canzone era perfetta per lui e così ci siamo detti di rompere quella vecchia regola. Anche perché noi Phoenix da sempre attraversiamo la musica surfando fra tanti stili e senza pregiudizi».