Visioni

Come coltivare l’arte del tradimento

Come coltivare l’arte del tradimentoacquerello di Luchino

Femmine Folli Pensieri e parole intorno a Ritratto di un matrimonio di Robin Black, scrittrice americana esordiente

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 7 maggio 2015

Scirocco, mio scirocco quale mai sarà il mio blocco? Mi arrocco, rintocco, mi sciocco, schiocco con un tocco, attacco e mi sblocco..
Questo vento agita anche me… Loredana (Bertè) cantava Enrico (Ruggeri), non è più inverno e oggi mi sento così: scombussolata dall’indossare finalmente indumenti leggeri, le stoffe che si muovono, il fumo della sigaretta che si consuma senza tirare, i capelli si scarmigliano e mi fanno sentire giovane, così giovane che mi fa male il cuore… Devo scrivere di donne e tutto vola, le piccole polveri formano un turbine e diventano un oracolo a cui chiedere perdono: ho sbagliato, ho peccato, ho trafugato tesori, ho sparso ceneri, ho ucciso desideri, ho sprecato amore, ho delineato sorrisi e giocato a dama, lieve e informe, zoppicante e fatata, nervosa e ingioiellata alla ricerca di bene.

Voliamo insieme, fuggiamo, scalpitiamo, nascondiamoci per ritrovarci e ancora perderci…
Gli alberi mi ascoltano, i corvi fanno le mie veci, spire tentatrici in ogni angolo parlano alle mie spalle. Tantalo ancora una volta mi tenta. Vorrei arrampicarmi sulle cime dell’Himalaya e sostenere dalle viscere queste terre tremanti ormai crollate, diventare Wonder woman e far girar la terra all’incontrario e bloccare lo scorrere del tempo…

Compro un libro: Ritratto di un matrimonio di Robin Black, scrittrice americana esordiente. È passato, in cavalleria, da poco il mio decimo anniversario di nozze. È complesso rimanere insieme per un pittore e una regista quanto per una pittrice e uno scrittore, nel romanzo. Lì, sulla carta stampata, lei ha tradito, lui ha perdonato, lei dipinge felicemente, lui è in crisi creativa; qui, tra le parentesi temporali della realtà, si lotta quotidianamente con le carriere, le trasferte, le esaltazioni e le cadute. Nel volume una modiglianesca fanciulla entra di soppiatto a mettere a soqquadro un equilibrio senza prole, diventando musa, adulatrice, seducente spirito maligno sedizioso e fintamente innocente. La moglie, colpevole già punita, vede ma tace. Fino ad un epilogo sorprendente.

Quesiti salgono a galla. Chi tradisce chi? L’arte vale la distruzione di un matrimonio? È più fedifrago il sesso rubato in un vicolo o l’intimità condivisa attraverso la comunicazione della creatività a livello più profondo? Cosa si mette in gioco attraverso la nudità assoluta della messa in opera? Quante facce ha ognuno di noi? In quale dei tanti ruoli si nasconde quello vero? E se non esistesse altro che menzogna?
Domande, assenza di risposte, felicità passeggera, effimero dolore che tornisce diavoli interiori…

E noi? Che facciamo noi? Come la mettiamo, che ci inventiamo, cosa sogniamo? Fuggiamo o rilanciamo, abbozziamo o apriamo il cuore alla bellezza? Chi lo sa.
Trovo un sette di cuori per strada. La vita mi sorride. Mi sa che stavolta la femmina folle sono io.

Fabianasargentini@alice.it

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