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Colpisce all’inguine una manifestante. Poliziotto denunciato per violenza sessuale

Colpisce all’inguine una manifestante. Poliziotto denunciato per violenza sessualeLo scatto del fotografo Michele Lapini che immortala il momento del calcio a Ilaria Cauzzi

Bologna E’ un calcio mirato, dritto ai genitali di Ilaria Cauzzi, quello immortalato dalla sequenza di foto scattate dal fotografo Michele Lapini lo scorso 6 dicembre. Nelle immagini si distingue chiaramente […]

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 15 dicembre 2023

E’ un calcio mirato, dritto ai genitali di Ilaria Cauzzi, quello immortalato dalla sequenza di foto scattate dal fotografo Michele Lapini lo scorso 6 dicembre. Nelle immagini si distingue chiaramente un poliziotto che si stacca dal gruppo di colleghi per colpire la giovane donna. Lei si accascia e urla dal dolore. A distanza di qualche giorno l’agente, identificato grazie alla foto, è stato denunciato per violenza sessuale.

E’ successo a Bologna durante un corteo organizzato in seguito allo sgombero di due diverse occupazioni abitative: quella di via Corticella 115, che faceva parte del Radical housing project, un progetto di autorecupero contro l’emergenza abitativa nato la scorsa primavera, e quella del Glitchousing project, occupazione creata sull’onda della protesta delle tende nella zona universitaria. Nei pressi di via Corticella, la mattina del 6 dicembre si è creato un presidio solidale di protesta contro i due sgomberi avvenuti a poche ore di distanza l’uno dall’altro. Già alle 10 del mattino, quando il presidio ha cominciato a diventare più numeroso, la polizia ha fatto la prima di una lunga serie di cariche che si sono ripetute durante tutta la giornata. “Quel giorno ho preso tante botte, le abbiamo prese tutte – racconta Ilaria – ma il calcio l’ho vissuto come un attacco alla mia femminilità, al mio essere donna. Ho sentito che quell’aggressione aveva qualcosa di diverso”.

La violenza è avvenuta nel pomeriggio, durante una carica effettuata alla coda del corteo contro gli sgomberi. Più di 10 i manifestanti che hanno avuto bisogno di essere medicati. Tra chi è stato portato in ospedale ci sono persone che hanno avuto fino a 73 giorni di prognosi. “Credo che la violenza di tutta la giornata sia stata terrificante e la cosa più violenta è stata buttare per strada delle persone che non hanno un altro posto dove stare – continua la giovane – ma l’aggressione che ho subito ha un carattere e una matrice molto facile da identificare: il patriarcato”. Per questo Ilaria e l’avvocata Marina Prosperi, che l’assiste, hanno deciso di sporgere denuncia per violenza sessuale. “Quello che ho sentito sul mio corpo è un’aggressione a me in quanto donna, perché in quanto donna non ci si aspetta da me che io possa essere nelle piazze, che io possa gridare più forte, che io possa alzare la testa, che io possa essere solidale, partecipe e protagonista. Con quel calcio ho sentito che mi si stava dicendo: il tuo posto e stare a casa, devi essere docile, devi stare zitta e con la testa bassa!”, conclude. “Il calcio ai genitali di Ilaria è un atto di violenza sessuale. A dirlo è la Cassazione. – spiega l’avvocata Prosperi – Violenze sessuali non sono solo azioni non consensuali atte al soddisfacimento del piacere sessuale ma anche azioni e interventi mirati a colpire un corpo in una parte sessuale e sessualizzata”.

Prosperi, inoltre, sottolinea come in 30 anni di lavoro “non si è mai visto in contesti di piazza la polizia mirare alle parti basse di un uomo”. L’avvocata parla di “volontà simbolica di penetrare le parti intime della ragazza con la punta dello stivale”. Intanto il 13 dicembre è stata aperta un’inchiesta parlamentare su quanto avvenuto a Bologna.

Intanto Ilaria è ostinata ad andare avanti: “Ho scelto di denunciare quanto accaduto, di parlare, di non rimanere in silenzio. Come ho sempre fatto fino ad adesso ho intenzione di continuare a stare nelle piazze e di stare al fianco di chiunque scelga di lottare per avere una vita migliore. Quello è il posto a cui appartengo. Sicuramente non le mura di una casa. Sicuramente non in silenzio, sicuramente non a testa bassa”.

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