Un nuovo appello a bloccare l’espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania è stato lanciato dall’Olp e dal premier palestinese Rami Hamdallah dopo che il quotidiano Haaretz e il gruppo pacifista israeliano Peace Now hanno rivelato che Israele intende dichiarare “terra demaniale”, terra dello Stato, un’ampia zona a sud est di Gerusalemme, nei pressi dell’insediamento di Efrat, sulle colline verso Hebron. Il fine, secondo Haaretz, sarebbe quello di congiungere Efrat alla colonia di Givat Eitam e, quindi, di allargare fino alle porte meridionali di Betlemme questo blocco di insediamenti israeliani. Questo piano, se realizzato, finirebbe per separare Betlemme dal sud della Cisgiordania. Già nel 2009 circa 170 ettari di terra vicini a Efrat furono dichiarati “demanio dello Stato” e la stampa all’epoca riferì di progetti per la costruzione in quella zona di altre 2500 unità abitative per coloni. Il segretario generale dell’Olp Saeb Erekat si è augurato che il Tribunale penale internazionale si pronunci rapidamente sul dossier completo riguardo gli insediamenti, in modo da aprire una indagine formale sulla colonizzazione che porti alla incriminazione di Israele. Per il premier dell’Anp Hamdallah, Israele sta cercando di spaccare in più parti la Cisgiordania.

Proseguono nel frattempo i raid dell’esercito israeliano nei campi profughi e nei centri abitati palestinesi. Un ragazzo di 17 anni, Muhammad Abu Hashhash, è stato ucciso ieri dal fuoco dei soldati durante le proteste per l’operazione lanciata da reparti militari israeliani nel campo profughi di al Fawwar (Hebron) alla ricerca, secondo la motivazione ufficiale, di armi. Il ragazzo, ha spiegato un portavoce palestinese, è stato colpito al petto dai proiettili esplosi dall’esercito israeliano durante gli scontri. Altri 30 palestinesi sono rimasti feriti, tra cui quattro feriti da pallottole.