Colonia, organizzati «attraverso i social network»
Germania Le conclusioni dell’anticrimine: «Gruppi senza gerarchia»
Germania Le conclusioni dell’anticrimine: «Gruppi senza gerarchia»
Dal primo giorno in cui i fatti di Colonia sono saliti alla ribalta mediatica, il punto di domanda è stato: c’è una regia dietro le aggressioni a sfondo sessuale e i furti della notte di Capodanno (pure in altre città tedesche) o no? Se sì, chi è il mandante e per quale motivo? L’Isis o un tam tam radical-islamista via web, o al rovescio si tratta di un complotto organizzato dall’estrema destra per colpire Angela Merkel, come pure qualcuno si è azzardato a ipotizzare?
Nel giorno in cui il ministro dell’Interno Thomas De Maiziere (Cdu) e il socialdemocratico titolare del dicastero della Giustizia Heiko Maas hanno annunciato un accordo per l’inasprimento delle leggi sull’asilo, il capo dell’anticrimine federale Holger Muench ha fornito la prima versione ufficiale: «Gli attacchi di San Silvestro erano organizzati», ha spiegato in un’intervista a Rbb Inforadio. E il manovratore? «È chiaro che gli aggressori sono arrivati da più regioni, a Colonia come in altre città. Normalmente una cosa del genere viene organizzata sui social network», ha proseguito Muench, per il quale si è trattato di un’azione coordinata tra «gruppi chiusi», non strutturati e non legati alla criminalità organizzata, che si sono dati appuntamento con il passaparola. In buona sostanza, si tratterebbe di una violenza autorganizzata e non eterodiretta, ed è una novità difficile da affrontare per il governo tedesco.
Angela Merkel è in grande difficoltà, contestata per l’apertura delle frontiere ai rifugiati siriani da destra (a Lipsia l’altra sera un gruppo di neonazisti hanno attaccato le vetrine di negozi e bruciato automobili a margine di una manifestazione contro l’immigrazione, mentre arrivano segnalazioni di attacchi xenofobi e ronde anti-immigrati organizzate dal movimento anti-islamico Pegida) ma non solo. In un’intervista pubblicata ieri sull’Handelsblatt, l’ex presidente della Corte Costituzionale Hans Juergen Papier ha attaccato frontalmente la cancelliera, accusandola di essere responsabile di un «eclatante fallimento politico». «Deve seguire una politica dell’asilo rigorosa, provvedere a una chiara separazione fra tutela del diritto d’asilo e politica della migrazione, e mettere al sicuro le frontiere del Paese», ha detto, sostenendo che è già troppo tardi per porvi rimedio.
Per arginare le contestazioni, il governo ieri ha deciso di stringere le maglie del diritto d’asilo: potranno essere rimpatriati tutti gli stranieri che abbiano commesso reati e siano stati condannati a pene detentive, specie se sono superiori a un anno. «Vogliamo distinguere chiaramente tra i rifugiati che commettono reati e i tanti che rispettano la legge e che cercano sicurezza e protezione e che dobbiamo proteggere, ma nei confronti dei criminali stranieri dobbiamo agire con decisione», ha detto il ministro della Giustizia Maas. Per quanto riguarda le aggressioni a sfondo sessuale, il governo tedesco vuole inasprire la legge, ad esempio precisando il grado di resistenza che deve opporre una donna perché ci sia stupro (oggi non precisato con chiarezza).
Intanto, il numero di denunce per la notte di Capodanno a Colonia è salito a 653 (più altre 153 ad Amburgo), la metà delle quali per aggressioni sessuali, un numero elevatissimo che lascia propendere per la tesi dell’azione premeditata, per quanto non riconducibile a una testa. La procura sta indagando su dodici sospetti, cinque dei quali ora in carcere: sono tutti nordafricani e sono accusati solo di furto. La polizia federale ha inviato un questionario a quella dei Land per raccogliere informazioni e cercare di avere un quadro dettagliato di un fenomeno «nuovo» che ha colto di sorpresa tutti.
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