Se è vero che finestre e balconi sono la nuova piazza di incontro, sono anche lo svelamento pubblico di relazioni, passioni e mansioni. Mi raccontano alcune amiche che da quando le temperature si sono addolcite, è tutto un chiacchiericcio fra dirimpettaie. Si affacciano, vedono un’altra nel palazzo accanto o di fronte e giù a narrarsi di dove il marito ha trovato le mascherine, di come hanno disinfettato la casa con la candeggina, e poi a scambiarsi ricette, narrazioni sui figli.
Sono scene che da una parte sembrano uscite da un film del neorealismo, dall’altra fanno capire che purtroppo da allora poco è cambiato sul carico dei lavori di cura e che sono ancora e soprattutto le donne a pensare alla spesa, a come governare la casa o badare ai figli.
Anche i padri ogni tanto si parlano da una finestra a un’altra, ma raramente li si sente dire «Tu che prepari per cena?». Magari se ne occupano, ma se si affacciano chiacchierano d’altro, come ha raccontato quel signore che, dopo una settimana rinchiuso in casa, un sabato mattina va sul balcone, vede il vicino di fronte che sega l’erba del prato e inizia con lui un dialogo. «Oilà, come va?». «Eh, resistiamo». «E sul lavoro?». «In azienda ho detto a tutti di stare a casa perché non volevo rischiare di farli ammalare. E lei?». «Io continuo perché da me non si chiude». Pausa, poi «Io tengo per l’Inter». «Ah. Io per la Juve».
Era la prima volta in dieci anni che si parlavano e probabilmente non lo faranno per altri dieci perché le rivalità fra certe tifoserie non le stempera neanche una pandemia. Una mia amica sostiene che: «Gli uomini, se non possono picchiarsi neanche in metafora, non sono contenti» e questo spiegherebbe perché sono loro a produrre armi e fare guerre.
Non mi piace l’idea dell’ineluttabile, toglie il pensiero che si può cambiare e che un destino è un destino. Posso testimoniare sotto giuramento che le donne non sono nate per fare la lavatrice e la spesa. Le hanno convinte con l’inganno che il mondo va così, ma loro sanno che la verità è un’altra.
Balconisti e balconiste d’Italia, sappiate che è possibile trasformarsi e che niente è immutabile, a parte la fede calcista, ovvio.