«Voglio trovare un modo di parlare ai miei simili che sia pacato piuttosto che infiammato, filosofico piuttosto che polemico, e che ci illumini anziché dividerci tra giusti e peccatori, salvati e dannati, pecore e capre». È con queste parole concilianti che Elizabeth Costello, la scrittrice australiana protagonista di The Life of Animals – nonché storico alter ego di J.M. Coetzee – introduce un crudo parallelismo tra lo sterminio degli ebrei nei campi di concentramento e l’abbattimento degli animali nei mattatoi. Un parallelismo che all’epoca fu percepito come oltraggioso e che suscitò polemiche infinite intorno all’etica del romanziere sudafricano, senza impedirgli,...