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Codice della strada, un’altra stretta inutile targata Salvini

Codice della strada, un’altra stretta inutile targata SalviniMatteo Salvini – foto Ansa

Qualche multa in più per assuntori di droghe e alcool. No alle auto di grossa cilindrata per i neo patentati da tre anni (prima era solo uno). Meno autovelox e più traffico.

Pubblicato più di un anno faEdizione del 28 giugno 2023

Il consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge delega presentato da Matteo Salvini sul codice della strada, all’insegna della tolleranza zero. Una stretta in base alla quale i neopatentati non potranno guidare le automobili di grossa cilindrata per i primi tre anni (finora era uno solo) dal conseguimento della patente. Chi viene fermato per eccesso di velocità, guida con il cellulare o contromano, oltre alla multa avrà sospesa la patente dai 7 ai 15 giorni, se si hanno meno di 20 punti. Chi è stato condannato per guida in stato di ebbrezza avrà l’obbligo di montare l’alcolock, un dispositivo che impedisce l’avvio dell’auto se il tasso di alcol nel sangue è superiore, appunto, allo zero. Per i recidivi che guidano sotto l’effetto di droghe o alcol, è previsto l’ergastolo della patente, ovvero la revoca a vita.

Le associazioni per la mobilità sostenibile però giudicano il ddl insufficiente: «Un ddl da una parte inefficace, perché non interviene sulla velocità che è la prima causa degli incidenti più gravi nelle città e anzi limita l’uso degli autovelox, e dall’altra parte dannoso, perché addirittura fa passi indietro sulle norme esistenti per la mobilità sostenibile, limitando le possibilità di realizzazione di ciclabili, Ztl e sosta regolamentata», commentano le Associazioni della Piattaforma #Città30subito che riunisce Legambiente, FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Asvis, Kyoto Club, Salvaiciclisti, Fondazione Michele Scarponi, Amodo, Clean Cities Campaign.

Nei mesi scorsi avevano promosso una proposta di legge, sul modello di un provvedimento analogo già adottato in Spagna, per promuovere la sicurezza stradale nelle città moderando la velocità e rigenerando lo spazio pubblico. «La richiesta a Governo e Parlamento, se davvero si vogliono salvare vite umane, è quella di istituire il limite dei 30 km/h nei centri urbani, per città più a misura di persona, e di ritirare le modifiche sulla mobilità sostenibile».

Buona, secondo le associazioni è la parte sanzionatoria di chi fa abuso di sostanze illecite alla guida: «È importante contrastare chi guida sotto l’influsso di alcool e droghe, sapendo che tali comportamenti sono causa del 4% degli incidenti (6761 su 151.875 totali, secondo il Ministero dell’Interno), ma in aggiunta a questo è bene ricordare che la principale causa di incidenti, come prima causa o concausa che ne aggrava altre, è la velocità eccessiva (Istat 2021), su cui mancano interventi incisivi».

L’obiettivo del ddl è avvicinarsi il più possibile a zero vittime sulla strada entro il 2050 («Vision Zero»). Meno auto e meno veloci, chiedono le associazioni, per questo occorre incentivare le alternative all’auto privata. Ma la pdl presentata del Ministro Salvini non va in questa direzione: prevede anzi l’obbligo di targa per i monopattini elettrici, assicurazione per la responsabilità civile verso terzi e casco obbligatorio. Le associazioni temono anche ulteriori strette rispetto agli utenti deboli, come l’ipotesi di estendere obbligo di casco, targa e assicurazione anche ai ciclisti urbani, disincentivando di fatto l’uso e la diffusione.

Il ddl depotenzia strumenti introdotti nel 2020 come le corsie ciclabili, il doppio senso ciclabile, le case avanzate ai semafori, limitandone l’uso e l’attuazione. Secondo le associazioni, «intervenire in modo repressivo sugli utenti della micromobilità, non incide sull’attuale strage stradale e rischia di allontanare le persone da scelte di mobilità sostenibile, indispensabili per fermare l’aumento delle morti su strada in città, per le quali l’Italia detiene il triste primato in Europa. Nelle città avvengono infatti oltre il 70% di tutti i sinistri stradali». Viene pesantemente ristretta anche la possibilità per i Comuni di istituire ZTL, controlli elettronici e zone tariffarie di disincentivo all’uso dell’automobile. Una sola multa al giorno, anziché per ogni violazione, per chi viola il divieto di transito. Viene anche ristretta la possibilità di controllo elettronico in uscita da zone e aree limitate e ridotto l’uso di dispositivi elettronici per le violazioni al solo passaggio col semaforo rosso. Ora il ddl passerà al Parlamento, che potrà apportare modifiche.

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