Il notevole peso specifico dei racconti che Claire Keegan ha fatto confluire, lungo cinque lustri, in poche raccolte e una manciata di uscite singole, si riflette in una voce autoriale ammaliante e laconica, onesta e a tratti sfacciata, precisa nel delineare le sue traiettorie narrative e, nonostante questo, riluttante nell’indicare il senso ultimo che dovrebbe prendere la nostra lettura. In un’emblematica orchestrazione dei suoi stilemi, arriva adesso in Italia l’incantevole traduzione realizzata da Monica Pareschi del racconto che ha consacrato la fama di Claire Keegan (comparso sul «New Yorker» nel 2009 e pubblicato in forma libro lo scorso anno da...