All’inizio c’è Jacques Rivette (a cui dedica anche un ritratto, Jacques Rivette, le veilleur, 2005) per quel sentimento di «legittimazione» nel filmare che è riuscito a trasmetterle contro le insicurezze e gli infiniti dubbi. E, ancora prima, Marguerite Duras. «Ha impresso nel cinema francese, e non solo, un segno indimenticabile, film come Camion o Indian Song sono stati per me una rivelazione». Sorride Claire Denis nel riquadro che ci porta dentro la sua casa, libri in lontananza, un telefono silenziato velocemente, la connessione che per qualche istante si fa un po’ incerta. Insieme a lei, in una bella conversazione, ci...